mercoledì 17 aprile 2024

LIBERI DI MODIFICARE IL PROPRIO CORPO? RISPONDONO NEIL HARBISSON E PAUL PRECIADO

Neil Harbisson, Artista e musicista anglo-catalano, ha fondato con Moon Ribas a Barcellona la Cyborg Foundation, un organismo che aiuta gli umani a diventare cyborg, ne difende i diritti e promuove l’arte cyborg. 

Affetto dalla nascita da Acromatopsia, non distingue i colori, pertanto, con l’aiuto di diversi collaboratori incontrati nel corso della sua vita, ha impiantato nel suo cranio l’ EYEBORG, una antenna cibertnetica posta alla base dell’osso occipitale, in contatto wifi con un sensore che gli gli consente di percepre attraverso la coclea (le ossa hanno la capacità di trasmettere le onde sonore) le frequenze sonore dei colori degli oggetti che si trovano davanti all’antenna . Si definisce transpecie, perché la sua antenna gli consente di avere sensi che sono caratteristici di altre specie rispetto a quella umana. Nello statement suo e dell’associazione, l’artista chiede la libertà di disassemblare il corpo, di modificarne la morfologia, di essere il mutante proprietario delle terze parti impiantate o iniettate nel suo corpo, nonché di avere per legge tutelata, pur avendo cambiato forma, una nuova identità. (lui ha l’antenna nella foto della sua carta di identità) Qui una intervista breve



Ciò che crea una similitudine e la ragione che ci spinge ad affiancare l'esperienza di Neil Harbisson con quella dei protagonisti del film di Preciado è il documento di identità e le peripezie che essi devono superare per ottenerlo. Qui sopra si può vedere la locandina del film Orlando del filosofo Paul Preciado, My political Biography, prodotto da Arte Tv France , selezionato dalla Berlinale di Berlino 2023 e vincitore di un Teddy Award sul sito del distributore Fandango, in cui compare questo abstract: "Nel 1928 Virginia Woolf scrisse Orlando, il primo romanzo in cui il protagonista cambia sesso nel bel mezzo della storia.Un secolo dopo, il filosofo, scrittore e attivista trans Paul B. Preciado decide di inviare una lettera filmata a Virginia Woolf: il suo Orlando è uscito dalla finzione e sta vivendo una vita che lei non avrebbe mai immaginato."
Il filosofo ha rilasciato diverse interviste in cui spiega le ragioni che lo hanno indotto a realizzare questo film, e tra le tante abbiamo scelto questa della giornalista Laura Pezzino, ricca di informazioni e riflessioni dell'autore: https://lucysullacultura.com/lorlando-di-virginia-woolf-e-la-mia-biografia-intervista-a-paul-b-preciado/.
Nel libro Orlando attraversa i generi e il tempo, mentre nel film, che utilizza la tecnica del voice-over come già Godard nelle sue  Histoire(s) du cinéma, i 26 personaggi - selezionati attraverso un casting di individui tra gli 8 e i 70 anni- attraversano le loro storie, sono sé stessi come nei film di Pasolini ed enunciano le proprie identità di persone. Nel film ciascuno parla del suo corpo, ne narra la storia, i percorsi per realizzare la cosiddetta "transizione". Cosa è il corpo? Quanto il corpo condiziona  o è condizionato dall'identità? Chi stabilisce chi siamo? Uno psichiatra? Un medico? Un impiegato comunale ? 
Si legga anche questa recensione interessante su fatamorganaweb di Chiara Buoncristiani e Tommaso Romani: https://www.fatamorganaweb.it/orlando-una-lettera-in-transizione-a-virginia-woolf/

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