venerdì 18 marzo 2016

5. IL GOTICO NORDICO e IL GOTICO IN ITALIA

Nel canone di rappresentazione medievale il  sistema diventa schematico, lasciando libertà alla convenienza, e questa concezione diventa disciplina duttile e utile alla evangelizzazione. Il nuovo concetto di bellezza non spazia nell'imitazione, ma verso il simbolo.  Dice Sant' Ambrogio: "Nella bellezza del corpo umano c'è un rispecchiamento della bellezza che è in Dio. Bello è buono, Brutto è cattivo, inferno".


REGOLE DI VILLARD DE HONNECURT
 Architetto francese, nato in Piccardia, sec XIII. Con schizzi e annotazioni presi dal suoi album,  compila un manuale, composto all'origine da una quarantina di fogli, dal titolo Livre de portraiture,  con disegni e istruzioni dettagliate, da lui stesso definite Methode expeditive au dessin : "servono per l'esecuzione di varie tematiche di meccanica, carpenteria, geometria,  architettura, decorazioni, figure umane, animali".


   

  

 Estraneo alle conoscenze anatomiche, le sue costruzioni non hanno alcun rapporto con la struttura organica del corpo umano, ma esprimono una teoria delle proporzioni imperniata sulle figure geometriche.  Il metodo empirico si basa su due chiavi costruttive: quella del quadrato e quella del triangolo, incrociato con un altro triangolo simile. 
Il criterio puramente ornamentale  è sovrapposto alla figura umana come una struttura a sé stante . Le linee rette diventano linee di guida, anziché di misura. Utilizza cioè in chiave decorativa le direttrici dinamiche del movimento, e le figure determinate dall'incrocio tra le linee non hanno alcun rapporto con la struttura organica del corpo. Per esempio, la figura umana viene inserita in un pentagono allungato in senso verticale, mozzo nella parte superiore. Sono svalutati gli indicatori di profondità, come scorsi, gradienti, chiaroscuro, i piedi pendono sotto le vesti, le linee sono dominanti rispetto al chiaroscuro. 

    
costruzione della figura di tre quarti secondo Villard de Honnecourt

      









costruzione della figura frontale Villard de Honnecourt

In Italia nel Duomo di Modena con la scultura di Wiligelmo e i suoi collaboratori  il simbolismo e lo schematismo gotico, a contatto con la cultura classica e con la ripresa dei modelli antichi non si risolve in forme stereotipe, ma si arricchisce di particolari naturalistici e di attenzione alla gestualità organica e nelle espressioni affettive. Si vedano qui sotto i dettagli delle Storie della Genesi nel Duomo di Modena (1099-1110 circa)

Wiligelmo, Storie della Genesi: il Padreterno nella mandorla, la creazione di Adamo, la creazione di Eva, il Peccato Originale (1099-1110 circa; Modena, Duomo).



Rispetto al lavoro della Genesi di Wiligelmo, la Deposizione di Antelami nella cattedrale di Parma datata 1178 dimostra uno stacco decisivo nello stile nella tecnica e nella sensibilità il trattare la figura umana. La composizione a un valore simbolico e le figure non sono caratterizzate individualmente e i gesti sono convenzionali ripetuti ma i piedi poggiano saldamente sulla stretta lastra di base. Le figure sono molto più assotiliate, creano una profondità. 
La dignità antica di Nicola Pisano
La solennità classica si fonde con un forte dinamismo e misurato ordine della composizione. La madonna sviene, San Giovanni è disperato, il fariseo si tocca la barba: siamo di fronte ad un tema di meditazione sulla Passione di Cristo.  Quasi un teatro.


Nicola Pisano, la presenzazione al tempio, Pulpito del Duomo di Pisa, 1260

Nicola Pisano, La Fortezza, Pulpito del Duomo di Pisa, 1260

Nicola Pisano, Crocifissione , Pulpito del Duomo di Pisa, 1260

Nicola Pisano, Crocifissione , Pulpito del Duomo di Pisa, 1260

Villard De Honnecourt, Crocifissione, dal Livre de Portraiture, sec XIII

La fusione tra nordico e antico del figlio di Nicola,  Giovanni Pisano
Successivamente, Giovanni Pisano nel pulpito di Pisa accentua sempre di più la tensione drammatica dei corpi. 
Giovanni Pisano, Pulpito del Duomo di Pisa, Presentazione al Tempio , 1301

Giovanni Pisano, Pulpito del Duomo di Pisa, La Fortezza e la Temperanza, 1301
Giovanni Pisano, Pulpito del Duomo di Pistoia, La Sibilla,
 naturalismo ed espressionismo della figura umana



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