AOO, Culture de peau d'artiste, (Epsilon), 1996 |
Culture de peu d'artistes, 1996
Con l’intuizione che un ipotetico collezionista d’arte potesse essere intenzionato a collezionare artisti piuttosto che opere e magari fare ibridare il proprio corpo con minuscoli autoritratti dei medesimi, il duo ha realizzato nel 1996 l’opera Cultures de peaux d’artistes. Inizialmente si erano arruolati nella cosiddetta coorte del programma americano Healthy people 2000 perchè il centro si dedicava allo studio del paradosso delle salute dei francesi, la cui dieta ricca di grassi è in antitesi con il basso livello di colesterolo nella popolazione.
Si tratta di un centro, che dal 1948 ad oggi arruola per i propri studi cavie volontarie e che è dedicato alla raccolta di dati sull’invecchiamento e le patologie, con l’obiettivo di raggiungere il più alto livello possibile di benessere nel futuro.
In quel contesto i ricercatori del centro avevano prelevato piccoli campioni di pelle (solo la sottilissima epidermide, ovvero lo strato più superficiale e non derma) dei due artisti che loro si sono fatti successivamente consegnare in alcuni esemplari. Li hanno posti su pelle di maiale morto e ci hanno fatto disegnaresopra, tatuata con pigmenti organici, l’immagine di Epsilon, un topo di laboratorio utilizzato nel centro, in omaggio agli animali sfruttati nel laboratori.
Dipinta con i pigmenti organici, l’immagine dei tatuaggi organici è destinata a sparire, contrariamente a quelli commercializzati e ora in voga, la cui finalità consiste nella permanenza.
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