mercoledì 10 aprile 2024

LE PROTESI CHIMERICHE DI ANA RAJEVIC E IL CORPO METAMORFICO DI MARCO DONNARUMMA

 Artista di origine serba che vive e lavora a Londra, Ana Rajevic è una scultrice che altera corpi e spazi con opere che lei stessa chiama "prosthetic body-sculpture o prosthetic creatures": 


Bloom è una scultura ispirata alle forme di un artropode, chimerica, semovente, semi-umana e animale. Ana Rajevic si ispira al lavoro di Rebecca Horn e alle sue protesi che proiettano il corpo nello spazio: il corpo si trasforma con le protesi, diventa una chimera. Le protesi si animano, sono comandate oppure agiscono con una volontà autonoma. E' il caso di Eingeweide "Rei", un braccio meccanico che funziona come un'antenna indossabile, ed in effetti indossata dal performer Marco Donnarumma ad ottobre del 2018 per un suo spettacolo con Marcherita Pevere al RomaEuropa Festival, che si proietta dal corpo in avanti e sul  pavimento di uno spazio desolato esplorandolo, e muovendosi nel conflitto con un altro corpo, quello di Margherita Pevere.  

Eingeweide (Viscere in tedesco) fa parte di un  ciclo di 7 Configurazioni (2014-2019), una serie che ha come tema i conflitti che implicano il corpo umano nell'era dell'intelligenza artificiale. La protesi utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per imparare in tempo reale a muoversi, esistere ed esibirsi sul palco. Violenza e scontro mettono in tensione le installazioni e le performance di Marco Donnarumma, che , nato a Napoli, vive e lavora a Berlino: con un approccio transdisciplinare l’artista mette in scena situazioni limite in cui il suo stesso corpo, parzialmente avvolto di membrane ed epidermidi posticce, è potenziato da elementi protesici comandati dell’AI.

7 CONGIGURATIONS (2014-2019) è un ciclo che comprende 7 lavori (cinque performances e due installazioni) in cui l’artista utilizza il proprio corpo per creare situazioni ad alto potenziale emotivo per gli spettatori: 

Corpus Nil(2016) 

Amigdala (2018)  performance che resta sotto forma di installazione omonima  

Eingevweide (2018) 

Alia Zu Tai (2018) 

Calix (2019) 

Per la descrizione dei singoli lavori si rimanda al sito dell’artista. In ambienti teatrali spesso immersi nel buio, compaiono i corpi modificati da Donnarumma: il suo stesso e quello di altri performer, umani e non umani, organici e non organici, con movimenti casuali o in relazione con l’AI. L’artista ha tutto il corpo tatuato, è bluastro pe il proliferare dei disegni che decorano la sua pelle, a partre da diversi segmenti di colonna vertebrale e altre colonne composte di piccole vertebre disegnati su molte parti del suo corpo: a partire da Corpus Nilin u cui un copro si muove , mentre sensori attaccati alle sue gambe catturano l’elettricità e i suoni spazializzati del suo corpo in movimento che vengono trasferiti e restituiti dall’AI. Questo meccanismo di contaminazione e relazione tra il corpo e l’Ai sono anche alla base delle successive configurazioni, in cui entra in gioco il riferimento all’animale e alla sua pelle, sorta di ostensione rituale che domina il palco da Amigdala a Eingevweide: pelli che saranno violate, squarciate da Amigdala, un robot-coltello-braccio comandato dall’AI. Con Engewelde inizia il rapporto con un secondo e poi con altri corpi: rapporti pericolosi, infido, in cui gli arti e le estensioni protesiche si incastrano in modo da rendere impossibile distinguere a chi appartengano. Si consiglia la lettura di questo pezzo di Sofia Dati, Noemi Saia, Ornella Simma Paladino, e di questa  intervista all'artista di Angelo di Bello pubblicati su Arshake  nell'ambito del progetto Backstage/Onstage tra Abaroma e RomaEuropa Festival. 

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