venerdì 16 maggio 2025

IL FUNAMBOLO E L'ARTISTA IN EQUILIBRIO SUL VUOTO : PETIT, KLEIN, MURESAN, DE DOMINICIS

Il corpo umano possiede il potere di reagire alla forza di gravità, all’inerzia e alla forza impressa, che sono le forze primarie del mondo fisico,  attraverso l'interazione tra due sistemi: il sistema propriocettivo che riguarda la propria posizione nello spazio ed enterocettivo, che si focalizza sulle informazioni provenienti dall'esterno.

Come gli altri sistemi sensoriali, il sistema enterocettivo si avvale di cellule specializzate (recettori) che in tale sistema sono localizzati nella maggior parte dei tessuti corporei: muscoli, ossa, pelle e organi interni. L’area cerebrale che riceve la maggior parte delle informazioni riguardanti l’enterocezione è la la corteccia insulare o insula,  che processa gli stimoli enterocettivi permettendoci di diventare consapevoli di ciò che sentiamo. L’enterocezione ci permette di provare molte sensazioni importanti che si possono distinguere in due categorie principali, stati corporei e stati emotivi: gli stati corporei comprendono le funzioni corporee basilari o le condizioni fisiche del nostro corpo come fame, sete, stimolo minzionale o evacuativo, dolore, eccitazione sessuale, prurito, solletico, temperatura corporea (sensazione di caldo/freddo), nausea, mal di testa, malessere, tensione muscolare. Gli stati emotivi, come rabbia, calma, imbarazzo, felicità, ansietà, tristezza, paura, stanchezza, rilassamento.   

Il sistema propriocettivo offre informazioni sullo spazio e tempo in cui ci si trova, e di ogni altro fattore, è responsabile dell’aspetto di un individuo e della sua organizzazione motoria. La maggior parte delle operazioni coinvolte nel guidare e nel controllare i nostri movimenti corporali sono inconsce. Non siamo consapevoli della maggior parte dei movimenti coinvolti nella nostra postura. Spesso sono movimenti abituali e automatici. Le sensazioni propriocettive sono raggruppate secondo la loro origine in varie parti dell’organismo in tre tipologie: 

A. Sensazioni cinestesiche, o di movimento, presenti in tutto lo scheletro e nelle strutture muscolari. provengono da numerosi terminali presenti nei muscoli, nei tendini, nelle articolazioni, nei legamenti, nelle ossa, nelle cartilagini in altri tessuti di supporto del sistema locomotore e ci rendono coscienti del movimento sia passivo che  attivo, di  resistenza o di pressione e delle relative posizioni delle parti del corpo.

B. La sensazione della propria posizione nello spazio deriva da sensazioni speciali presenti nella parte più profonda dell’orecchio ma che non fanno  parte del sistema del senso acustico. L'orecchio è infatti un vero e proprio organi diviso in tre parti: esterno, medio e interno. I primi due sono dedicati esclusivamente alla funzione uditiva, poiché raccolgono le onde sonore, le dirigono all'organo sensoriale e amplificano il loro effetto sui meccanorecettori. L'orecchio interno contiene i recettori dell'udito e dell'equilibrio. Questi organi sono localizzati in una camera ossea chiamata in labirinto o vestibolo e le sensazioni si chiamano vestibolari o labirintiche poichè registrano la posizione della testa e del corpo in relazione al pavimento e la direzione di movimento nello spazio. Due distinti organi sono coinvolti: gli otoliti e i canali semicircolari.  Gli otoliti (dal greco oto, orecchio e lithos, pietra) sono delle piccolissime formazioni di ossalato di calcio, ossia dei sassolini, presenti sulle cellule che rivestono l'orecchio interno, cioè la parte dell'orecchio situato all'interno del timpano. Equilibrio statico: Quando la testa si muove, gli otoliti e la membrana si spostano provovando la flessione delle ciglia delle cellule ciliate contenute nella membrana stessa, che trasmettono lo stimolo al nervo vestibolare che trasmette l'informazione al cervello.   Questo sistema costituisce il delicato apparato che permette di mantenere l'equilibrio e di orientarsi nel movimento e nella direzione. Equilibrio dinamico: corrisponde al mantenimento della posizione del corpo in risposta a movimenti improvvisi come la rotazione, l'accelerazione e la decelerazione.esso è affidato ai tre canali semicircolari, i quali sono orientati secondo le tre direzioni nello spazio e ciascuno dei quali ha una porzione ingrossata che si chiama ampolla all'interno della quale si trova un sistema di liquidi gelatinosi che, spostandosi determinano segnali che vengono trasmessi al nervo vestibolare. 


C. Le impressioni miste derivanti da gruppi di diversi organi interni come quello digestivo, escretorio, viscerale. 

PHILIPPE PETIT 

(AP Photo/Alan Welner, File)

THE WALK è un film del 2015 di Robert Zemeckis, con Joseph Gordon Levitt nei panni di Philippe Petit, il celebre funambolo francese che nel 1974 compì la traversata delle Torri Gemelle del World Trade Center su un cavo di acciao senza nessuna protezione. Qui una intervista con alcune clip delle sue sospensioni. Philippe Petit ha scritto un libro autobiografico nel 2002. Qui il trailer del film

La scheda su Yves Klein che segue è stata preparata da Sandro Canali: 

YVES KLEIN, LE SAUT DANS LE VIDE, 1960 
In questo lavoro, Yves Klein, in un sobborgo di Parigi,  si butta da un tetto di un palazzo a volo d’angelo. L’artista, in realtà,  plana su un telo sostenuto da 5 suoi amici judoisti (per molti anni si è pensato che fossero dei Vigili del fuoco). Ad assistere alla performance c’erano due fotografi, Harry Shunk & János Kender, che oltre a documentare l’atto con delle fotografie, hanno in seguito eseguito un fotomontaggio, togliendo il telo e le persone che lo sostenevano. Klein ha ripetuto la performance 9 volte. Nel tempo diversi artisti hanno fatto il reenactment di questa performance. 

 L’artista ha utilizzato il proprio corpo come strumento fondamentale e poi ha usato la fotografia che ha  documentato il lavoro dal vivo. Solo successivamente è stato eseguito un fotomontaggio della foto, togliendo il telo e le persone intorno. La foto è stata pubblicata su copie del  Journal du Dimanche, il 27 novembre del 1960, un quotidiano di quattro pagine, ispirato al vero «Journal du dimanche» e uscito in edicola per un solo giorno, insieme.   
Il tema centrale dell'opera è il vuoto, accanto al cadere, caduta, all'’illusione, alla sfida dei limiti umani. Non lo vediamo mai atterrare, ma resta solo, come un angelo,  sospeso nel vuoto, non lo vediamo atterrare.   Il performer usa tutto il corpo per l’azione, ma  ha una particolare attenzione a come dispone le braccia e il torace prima di saltare, perchè vuole dare l’idea dell’ascensione verso l’alto. Fa pensare all’affresco di Giotto nella Cappella dei Scrovegni a Ravenna e a Santa Teresa D’Avila a cui l’artista era fortemente devoto. 
L’artista sembra che sia perennemente sospeso nell’aria, così, vestito con una giacca, pantaloni e scarpe: quella che arriva al pubblico è un’azione congelata e ferma nel tempo. 
Il vuoto può contenere il suo corpo: non ci sono spettatori . L'unico spettatore sarà quello della fotografia, Yves Klein ne vuole colpire la percezione visiva, tramite il fotomontaggio. 
Sandro Canali suggerisce la lettura di questo articolo di Riccardo Venturi su Doppiozero. che apre un'interessante rifelssione su un significativo remake dell'opera compiuto dall'artista rumeno Ciprian Mureșan. 

Ciprian Muresan, Leap Into the Void – After Three Seconds,

Nel 2004 infatti Ciprian Mureșan, artista rumeno nato nel 1977,  ha realizzato un ironico e apparentemente tragico remake del celebre gesto kleiniano, intitolandolo Leap Into the Void – After Three Seconds, mostrata nel Project Space alla Tate Modern di Londra nel 2012, come parte della mostra Stage and Twist. Il corpo di Mureșan, giace a terra, il volo non è riuscito nel suo intento: non c'è santità, c'è solo il vuoto della sconfitta, del fallimento.  “Nella mia fotografia- afferma Ciprian Mureșan nel 2011 in un’intervista di Emily Nathan su Artnet – ho creato un mondo parallelo specifico per la Romania, che rappresentasse la situazione di un artista a Cluj nel 2004: a nessuno interessava l’arte. La differenza tra il mio mondo e il mondo che Klein rappresenta è incarnata in quei tre secondi tra il salto e la caduta”. L'equilibrio è perduto, non c'è alcuna speranza in quel vero paesino di vera campagna. 

Tentativo di volo è un breve video realizzato da  Gino de Dominicis di cui esiste anche una sequenza fotografica.  Il video, realizzato da Gerry Schum, inizia con le parole dell’artista, che afferma: “Forse perché non sono mai riuscito a nuotare ho deciso di imparare a volare.” L’artista, come un uccello, prova a partire dall’alto per essere avvantaggiato nella prima planata. Sbatte le braccia, prima lentamente poi sempre più deciso, si butta, ma ricade più volte per terra con un effetto deludente, ma soprattutto comico, ridicolo. Il video e le foto che ripetono in parodia l'ispirato Salto nel vuoto di Klein e "del suo proposito “immateriale” di oltrepassamento dell’arte.", come scrive Silvia Tomassi nel suo articolo Nessun salto è mai nel vuoto.  

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.