giovedì 22 febbraio 2024

QUESTIONI DI PELO: MERET OPPENHEIM E ALBRECHT DURER

Oggetto o Colazione in pelliccia (1936; tazza – diametro 10,9 cm, piattino – diametro 23,7 cm, cucchiaino – lunghezza 20,2 cm e pelliccia; New York, MoMA Museum of Modern Art) 

Oggetto o Colazione in pelliccia (1936) è un’opera di Meret Oppenheim, esposta in quello stesso anno alla prima mostra degli oggetti surrealisti organizzata da Bréton.  Meret Oppenheim, artista e modella che disegnava gioielli e accessori per Elsa Schiapparelli, aveva incontrato a Parigi, al Café de Flore, Dora Maar e Picasso che le parlò di un ampio bracciale color ottone ricoperto di pelliccia di ocelot, che la stessa Oppenheim aveva disegnato l’anno precedente per la Schiaparelli. Picasso affermò che ogni cosa poteva essere ricoperta di pelliccia. “Anche questo piattino e questa tazza” replicò la Oppenheim e, recatasi ad un grande magazzino vicino dove acquistò una pelliccia di gazzella cinese, ne ricoprì abilmente una tazzina con piattino in modo tale che che il marrone chiaro formasse un bordo scuro attorno al margine esterno della tazzina da tè, coordinandola al piattino, mentre la tazza era color panna. 
Cosa evoca questa pelliccia? 
Qualcosa che l’essere umano non possiede? 
Qualcosa di selvatico, di animale, in un oggetto - la tazzina, che evoca un educato tempo di relax borghese? 
Una coltre pelosa che protegge e la cui assenza rende l’uomo e la donna vulnerabili? 
Albrecht Dürer, Autoritratto con pelliccia, 1500, olio su tavola, 67 X 49 cm. Monaco, Alte Pinakothek 

Nel suo autoritratto, ultimo dipinto realizzato prima di morire nel 1528 a soli anni, Durer (1471-1528) si rappresenta allo specchio, frontale, come un’icona religiosa. Ha tante tipologie di peli: la barba, i baffi,  i capelli lunghi e ricci che ricadono su un capo di abbigliamento di peli rivestito, un collo di pelliccia. 
L'artista compie il semplice gesto di accarezzare la pelliccia che sicuramente è morbida al tatto. 
A destra si legge la data e il Monogramma dell’artista. A sinistra, invece , compare una scritta criptica: ALBERTUS DURERUS NORICUS | IPSUM ME PROPRIJS SIC EFFIN|GEBAM COLORIBUS AETATIS | ANNO XXVIII. (Io Albrecht Dürer di Norimberga, all’età di ventotto anni, con colori appropriati ho creato me stesso a mia immagine).


I peli presenti sul corpo umano si dividono in piccoli peli e grossi peli. I piccoli peli, denominati anche lanugine o vellus sono localizzati su tutta la superficie cutanea tranne che sul palmo della mano e sulla pianta del piede. Invece i grossi peli  sono colorati e risultano localizzati solo in alcune sedi tra cui il cuoio capelluto, le ascelle, il pube, l’area della barba nel maschio etc.

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