Si veda, a mo' di incipit, l'occhio dell'apertura del film Un chien andalou di Bunuel, 1929
VITO ACCONCI
TRE PERFORMANCE DI VITO ACCONCI SUGLI OCCHI. APRIRE E CHIUDERE GLI OCCHI PER MISURARE LA DISTANZA DI SE' DAL MONDO.. "I’m alone in the basement. . .I don’t want anybody to come down into the basement with me. . .”
TRE PERFORMANCE DI VITO ACCONCI SUGLI OCCHI. APRIRE E CHIUDERE GLI OCCHI PER MISURARE LA DISTANZA DI SE' DAL MONDO.. "I’m alone in the basement. . .I don’t want anybody to come down into the basement with me. . .”
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VITO ACCONCI, CLAIM EXCERPTS , 1971
Vito Acconci ha realizzato diverse azioni bendato, sperimentando la relazione perturbante che si viene a creare in assenza del nostro senso privilegiato, la vista. In questa performance, Claim Excerpts (Estratti di rivendicazioni) , l'artista rimase per diverse ore chiuso nel sotterraneo di una galleria in 93 Grand Street a New York, con in mano un palo di acciaio , ripetendo ossessivamente la stessa frase, in un crescendo ipnotico di tensione e aggressività: "If during the first hour, I had hit someone, I would have stopped, shocked, horrified; if, during the third hour, I had hit someone, I would have used that as a marker, a proof of success... a signal to keep hitting.". Lui non poteva vedere , ma nemmeno gli spettatori potevano farlo direttamente, se non attraverso un monitor che si trovava al primo piano della galleria.
VITO ACCONCI, PRYINGS, 1971
Performance svoltasi alla New York University. La camera inquadra una parte del volto di Acconci e quello di Kathy Dillon, con le dita e mani di lui che cercano in tutti i modi di aprire gli occhi chiusi di lei.
COME VEDIAMO ?
Molti animali possiedono occhi situati ai lati del capo, spesso sporgenti e, come nel caso del camaleonte, mobili, ma la nostra specie dunque, che deriva da antenati abituati a muoversi sugli alberi, ha sviluppato maggiormente la capacità di percezione della distanza.
Nella nostra specie, l’ampiezza di campo si aggira intorno ai 180°, mentre per molti animali erbivori essa può arrivare a sfiorare i 360°, ma essi non possono vedere un oggetto con entrambi gli occhi contemporaneamente. VIDEO CAMALEONTE
OCCHIO DESTRO |
OCCHIO DESTRO, MUSCOLI |
Gli occhi sono localizzati nelle cavità orbitali del cranio, sono strutture sferiche del diametro di circa 2,5 denominati BULBI OCULARI, protetti da due pieghe cutanee chiamate palpebre. Il Bulbo oculare è composto di tre strati, detti tuniche e aventi ciascuno una specifica funzione:
1) Il rivestimento più esterno è detto SCLERA, che protegge e contiene l’occhio e le sue parti. Anteriormente diventa trasparente e si curva in maniera più accentuata formando la CORNEA, attraverso la quale entra la luce nell’occhio. La sclera rappresenta il punto di inserzione dei muscoli che muovono l’occhio.
2) Sotto la sclera si trova la COROIDE, o TUNICA MEDIA, una membrana ricca di vasi sanguigni e melanociti, che le conferiscono un colore marrone e che assorbono la riflessione e la diffusione della luce all’interno del bulbo. Anteriormente la coroide presenta un foro circolare, la PUPILLA, ( che in latino significa bambolina, perchè in essa si riflette l’immagine di chi guarda) circondato dall’IRIDE, un anello muscolare pigmentato che dà all’occhio il suo colore.I muscoli dell’iride, che sono sotto il controllo del sistema nervoso autonomo, regolano la luce che entra nell’occhio attraverso la pupilla: in presenza di luce intensa, il sistema pasasimpatico fa contrarre i muscoli circolari dell’iride, restringendo la pupilla, mentre quando la luce è scarsa, il sistema simpatico attiva i muscoli radiali, che provocano la dilatazione della pupilla.
Così l’IRIDE FUNZIONA ESATTAMENTE COME IL DIAFRAMMA DI UNA MACCHINA FOTOGRAFICA, REGOLANDO il diametro della pupilla. Posteriormente all’IRIDE si trova il CRISTALLINO, una lente che ha il compito di mettere a fuoco i raggi luminosi sullo strato sensibile alla luce (la retina. Una macchina fotografica, per mettere a fuoco gli oggetti, aggiusta la DISTANZA presente tra le lenti e il SENSORE . I nostri occhi invece usano un metodo diverso: alterano la FORMA della loro lente grazie alla presenza dei MUSCOLI CILIARI.
3) LA RETINA è lo strato più interno, sul fondo del bulbo oculare, nel quale sono presenti i recettori della visione. Lo strato nervoso della retina è una estensione periferica dell’encefalo che comprende i fotorecettori e i neuroni che collaborano per trasmettere l’informazione visiva alla corteccia. I FOTORECETTORI, che si trovano in profondità nello strato nervoso, comprendono i CONI (che distinguono i colori e si attivano solo in presenza di alta luminosità), la cui densità è massima a livello della FOVEA, che corrisponde al centro del campo visivo, e i BASTONCELLI (che discriminano le varie tonalità di grigio), più numerosi nelle aree periferiche della retina.
Sezione dell'occhio |
Come vediamo? Qualunque cosa noi osserviamo, quest'ultima viene riprodotta capovolta e in piccole dimensioni sul fondo del globo oculare, in modo da stimolare i coni e bastoncelli dai quali partiranno gli impulsi nervosi per il cervello. Il cristallino diventa più convesso per osservare gli oggetti vicini, e meno convesso per gli oggetti lontani.
Quale è la posizione degli occhi umani? I due occhi sono distanti qualche centimetro l’uno dall’altro, e per questo si vedono immagini leggermente diverse tra di loro, mentre la fusione di queste due immagini avviene ad opera dell’attività del cervello, che consente di apprezzare la distanza, la tridimensionalità ed infine, di riconoscere gli oggetti.
GIOVANNI DI STEFANO E LA PITTURA CIECA
Per rimanere nell'ambito della deprivazione della vista, rimandiamo anche al lavoro molto interessante dell'artista GIOVANNI DI STEFANO e ai suoi esperimenti di pittura cieca in cui esplora l'atto artistico involontario e necessariamente fallace. In questo caso non sono gli occhi ma è l'atto del vedere, ad entrare nel campo dell'esplorazione artistica. A quali azioni si collega l'atto del vedere? Controllo, sorveglianza, misurazione della distanza tra sé e il mondo?
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