Scriviamo qui, citandoli, alcuni concetti che Paul Klee ha indicato come utili per lavorare sulla struttura e sulla funzione in Teoria della forma e della figurazione, il libro pubblicato nel 1959 con prefazione di G.C. Argan e ora nuovamente ripubblicato in due tomi. Il libro contiene le lezioni tenute a Weimar da Paul Klee nel 1922-23. Ora ripubblicato da Mimesis in due volumi.
«Il tutto (il mondo) è di natura dinamica: problemi statici si presentano solo in certe zone dell'universo, nei "sistemi", sulla crosta dei singoli corpi celesti. Il fatto di essere appiccicati alla crosta terrestre, non deve impedirci di riconoscerlo: sappiamo infatti che tutto, senz'eccezione tenderebbe al centro della terra. Se si riduce l'osservazione al microscopico, si è ricondotti nell'ambito del dinamismo, all'uovo, alla cellula. Ne consegue che esiste un dinamismo macroscopico e un dinamismo microscopico, frammezzo ai quali sta il particolare caso statico, qual è senza dubbio quello della nostra esistenza d'uomini e delle sue forme.»«La nozione di struttura in natura: il raggruppamento delle più piccole particelle di materia, ad esempio particelle ossee quali cellule o fibre. Carattere strutturale sta ad indicare un carattere divisibile dell'articolazione. Con struttura divisibile si indica la più semplice unità suscettibile di partizione. Una forma viene denominata immagine strutturale qualora si componga di unità divisibili senza raggiungere il livello di un organismo capace di funzionamento individuale. Superiore per evoluzione a carattere strutturale é l'articolazione individuale (la costruzione strutturale) di un tutto organico indivisibile (ad esempio di un organismo motorio)». (pag. 63)
«Anatomia è la premessa alla conoscenza della struttura che sta alla base degli esseri animali e vegetali. Essa ha come strumento, il bisturi. Per struttura si intende un raggruppamento delle più piccole particelle di materia, visibili a occhio nudo o al microscopio. Immagini strutturali simili presente la materia in decomposizione in ogni caso in un osso si riesce a volte accogliere già a occhio nudo il ritmo delle particelle che lo compongono da cui risulta un insieme di spazi vuoti a forma di cellule o di tubicino o di canalicolo. Si veda ad esempio un torso di cavolo marcio ed un pezzo di osso. (...). Certo, voglio ancora studiare anatomia, ma questo è più mezzo che fine. Intendo costantemente limitarmi a ridurre una macchina alle sue componenti. Voglio studiare anatomia assieme ai medici e la conoscenza così acquisita delle funzioni meccaniche del corpo intendo applicarla davanti al modello vivente. (...).
Immaginiamoci, d'ora in avanti, l'organismo come macchina motoria, nella quale attuazione e volontà di movimento sono immediatamente calettate (inserite, ndr.)l'una sull'altra, e cominciamo a costruire partendo dal servo per giungere il padrone. Alla base di tutto ciò sta la materia presente in ogni parte. Così se ora per prima cosa consideriamo il rapporto tra le ossa che si uniscono a formare lo scheletro, immediatamente ci accorgiamo che esse devono conservare una determinata posizione l'una accanto all'altra, anche in uno stato di quiete e a ciò provvedono i legamenti. I legamenti congiungono più ossa essi sono al servizio delle ossa. La loro è una funzione subordinata, essi sorreggono la costruzione in quanto servono da legame: sono in una posizione subordinata. La loro funzione ha, come tale, carattere strutturale, rispetto al superiore compito motorio delle ossa (si può dunque parlare di un carattere strutturale della funzione) pertanto nello schema d'azione 2 qui unito ( vedi sotto), ai legamenti concedo poco spazio e al quanto di più alle ossa. »
Si noti il suo procedimento fondamentale che Paul Klee espone : la sua anatomia strutturale è finalizzata a concepire mediante una nuova creazione-figurazione qui (la si spiega la sua Teoria della forma e figurazione), il corpo umano secondo la dinamica che lo contraddistingue. Quindi Klee utilizza il cerchio per dare uno schema al concetto tassonomico della funzione delle parti anatomiche: legamenti e ossa, tendini e muscoli sono raggruppati in un cerchio che conferisce NUOVA FORMA FUNZIONALE ai segmenti anatomici: attivo, passivo, funzione motoria, funzione strutturale, funzione subordinata.
L'organismo motorio naturale: se, lungo la strada che conduce all'organismo motorio mi fermo a considerare il rapporto dell'osso al muscolo mi è facile vedere che qui il tendine svolge una funzione di intermediario simile a quella del legamento poi che congiunge il muscolo e ossa.
Qual è rapporto del muscolo con l'osso? Il muscolo può costringerlo ad assumere una nuova posizione: grazie la sua capacità di contrarsi e accorciarsi. Il muscolo oppone due ossa in un nuovo rapporto angolare. Legamenti e tendini contribuiscono con la loro tenace resistenza. Nell'organizzazione motoria si passa dall'osso al muscolo per mezzo dei tendini.Il rapporto angolare di due ossa muta a seconda della volontà del muscolo. Ne consegue che la funzione motoria del muscolo è superiore alla funzione motoria dell'osso. La passività dell'osso è subordinata all'attività del muscolo (rispetto alla funzione muscolare quella dell'osso è passiva). La funzione dell'osso è "funzionale strutturale" rispetto a quella del muscolo. Significa che "lo strutturale", come unità inferiore, é "funzionalmente subordinato". La funzione dell'osso coadiuva il muscolo a mettere efficacemente in pratica l'impulso pervenutogli da una qualche parte (dal cervello attraverso i nervi, ndr.) pertanto nel mio schema dell'azione motoria al muscolo attribuirò lo spazio maggiore e tra esso e l'osso porrò. come intermediari i tendini.
I muscoli posti l'uno accanto all'altro esercitano una funzione indipendente: ogni muscolo ha un compito particolare, l'uno quello di flettere l'altro di estendere l'organo. Anche a questo riguardo c'è una superiorità funzionale rispetto all'osso, il quale da solo non può nulla e conclude qualcosa solo in unione con un altro osso. Poiché l'espressione "impulso motorio" è già stata citata, aggiungeremo che anche l'indipendenza del muscolo non è poi molta. Il muscolo obbedisce all'impulso impartitogli, non è dunque che voglia agire ma deve agire esso per lo più dunque obbedisce. E obbedisce all'ordine telegrafico impartito dal cervello tramite le fibre nervose. Il nostro schema dell'azione motoria subisce quindi un ulteriore allargamento.
Cos'è che impariamo della figura 2? Già ci è nota la relatività del rapporto di servo padrone, di funzionamento strutturale e individuale. Il tutto è una compagine di scatole (una scatola in un'altra scatola in un'altra scatola eccetera).
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.