sabato 8 aprile 2017

LE ANATOMIE OTTUSE DI ANNETTE MESSAGER

La mostra personale a Villa Medici di Annette Messager (nata Berk sud Mer, 1943,  nel nord della Francia) ci fa conoscere il lavoro di una artista che lavora con diversi strumenti, ma il cui oggetto principale di interesse è il corpo  definito dallo studio dell'anatomia: un corpo che si confronta con la sua sezione in frammenti, così come lo seziona l'anatomia, e dunque con la morte, mistero sconfinato che coinvolge tutti gli esseri viventi, dagli umani agli animali, ai vegetali. Di questi corpi la Messager si prende cura, con macabra tenerezza e festosa ironia, attraversando il mondo della figurazione plastica, dell'installazione e della scrittura, per approdare talvolta a una sfrontatissima teatralità. Qui di seguito si descrivono alcune delle sue opere:

CASINO (2005)
guarda il video:
http://vodstorage.arte.tv/trailers/98368/BA_98368_0-VF-0.mp4

Annette Messager ha vinto il Leone d'oro alla Biennale di Venezia 2005 con il progetto " Casino", ispirato a Pinocchio.
Si tratta di una installazione terrificante suddivisa in tre stanze:




Nella prima sala, quella dei giochi rischiosi e pericolosi, una marionetta di legno, con il lungo naso  di Pinocchio attraversa, trasportato come su un trenino dei balocchi,  una foresta di oggetti disparati.

Nella seconda sala un enorme velo leggerissimo e rosso si muove e si gonfia  e sgonfia come un muscolo diaframma, con  un vento che lo solleva e risucchia come un mare in burrasca o come il ventre della balena, con un suono che ricorda il respiro . 
Nell'ultima l'ultima stanza il suono è quello dei pezzi (enormi) del corpo del burattino  che sono scaraventati in alto da una rete-macchina infernale.

ARTICULÉS-DÉSARTICULÉS (2001 - 2002)


è una installazione con pupazzi automatizzati di  stoffa,  animati e mossi da un software mediante corde, pulegge, motori, legno, cavi metallici.
Progettato per l'edizione 2002 di Documenta 11 a Kassel, questo lavoro è il primo in cui Annette Messager mette realmente in movimento le figure e gli oggetti che formano il suo vocabolario visivo, integrando il suo lavoro con una autentica messa in scena teatrale. L'installazione si presenta come un circolo  disseminato di resti di animali, al centro del quale è sospesa una tragica mucca pazza con le "gambe aperte" come una gestante, in una visione che ricorda la brutalità dei mattatoi di cui parlava un altro francese, George Bataille, nel 1929, dove l'animale perde la sua forma vitale, intera, per diventare "pezzo", frammento sparso. Si vede qui sotto una delle foto realizzate da Lotar per illustrare la 'èarola "mattaotio" , definita da Bataille nel numero 6 del suo Dictionnaire:" L'abattoir relève de la religion en ce sens que des temples des époques reculées [...] étaient à double usage, servant en même temps aux implorations et aux tueries. Il en résultait sans aucun doute (on peut en juger d'après l'aspect de chaos des abattoirs actuels) une coïncidence bouleversante entre les mystères mythologiques et la grandeur lugubre caractéristique des lieux où le sang coule". Ovvero, i mattatoi sono lugubri  luoghi dove cola il sangue, ma sono al tempo stesso i luoghi della nostra mitologia. 

 LES PIQUES (ANNI '90)
https://www.centrepompidou.fr/cpv/ressource.action?param.id=FR_R-804fd86cf2f35a4093ff825f9b794bd5&param.idSource=FR_O-273a6ea37d19f268786d3fda86d8ce
1992 - 1993


E' una installazione che comprende 130 picche di altezza variabile, che terminano con diversi materiali e oggetti poveri: piccoli quadretti, foto, figure polimorfe di seta o lavorarte a maglia,  piccoli libricini, matite colorate: si riferisce alla storia francese, ovvero alle picche con le teste infilzate  del periodo del Terrore nella  Rivoluzione francese. La violenza sui corpi assume un emblema anche per le stragi dei giorni nostri.

LA COLLECTIONNEUSE (1973-75) 
E' un Ciclo che comprende i suoi album di collezioni, (ne ha realizzati circa una sessantina)  lavori il cui tema è quello dell'identità femminile che si espone nel "diario", un oggetto molto utilizzato dalle giovani in quel periodo. Gli album della Messager raccolgono ed espongono  la mitologia personale e la personalità di una "falsa" donna anni 70: album di ricette, foto, diario intimo, " gli uomini che amo, gli uomini che non mi piacciono ", ritagli di giornali, tasselli derisori che compongono i piccoli dettagli di una vita.




1973 PROVERBI Collezione di proverbi e cliché sulla donna, ricamati su fazzoletti : «Quand la fille naît, même les murs pleurent», «c’est la femme qui a fait pousser les cheveux blancs du diable», « Souvent femme varie, bien fol qui s’y fie »…
1975, ANNETTE MESSAGER TRUQUEUSE, (Annette Messager imbrogliona)”, pubblicata a Ginevra da un altro artista, John Armleder. IL libro era composto da una serie di fotografie in cui il corpo nudo dell'artista compariva con disegni in cui si fondevano su cui interno ed esterno, il tutto accompagnato da didascalie laconiche.





LES PENSIONNAIRES (1971 - 1972)

https://www.centrepompidou.fr/cpv/ressource.action?param.id=FR_R-e6999754b0e4347d63da679e8c9a6cb&param.idSource=FR_O-85c22e33437e5be14b58519a33a9ca

E' una installazione che comprende 14 vetrine,  3 elementi murali e una ampolla sospesa. In questo lavoro la Messager ha sistemato con cura in una teca 72 uccelli morti, conservati con tassidermia,  vestiti con abitini di lana, posizionati come in una vetrina di museo di storia naturale. Non si tratta di un vero riposo per gli uccellini, bensì di un macabro preparativo.
Un 'opera che rappresenta un degno ingresso nell'arte della Messager, apparentemente giocosa e affettuosa, ma in realtà estremamente perturbante, con uno sguardo compassionevole nei confronti dell'animale che viene amato, accarezzato con tenerezza, da morto.   Una compassione che fa pensare  a quella invocata da Rosa Luxemburg nella sua lettera dal carcere  di Breslavia nel 1917, ad un simile "abbraccio amoroso" come lo ha definito Karl Kraus che ne volle la pubblicazione, nei confronti degli animali e della natura  che noi stessi siamo ( Un po' di compassione, Adelphi , 2007).  Quello di Messager sembra essere uno sguardo "ottuso" , nel senso indicato da Roland Barthes: non uno sguardo attento e acuto, ma piuttosto un guardare  "troppo" aperto,  inadeguato, eccessivamente sproporzionato in una direzione, quella della pietà.

Descrizione (ripresa dal sito del Centre Pompidou)
TRE TECHE CENTRALI:
-Un grande teca (101x150x90cm) "Il riposo dei pensionanti " si compone di 72 uccelli impagliati e avvolti in fasce di lana realizzate a mano.  Questa vetrina è debolmente illuminata da una lampadina appesa ad un filo.
-Due altre  teche (101x115x30cm) installate su entrambi i lati della vetrina centrale, contengono una "La Promenade" composta da 9 uccelli maglia fasciati e attaccati a esili meccanismi montati su ruote e l'latra  " Punizione ", costituita da 9 pensionanti (uccelli impagliati aggangiati  su basi metalliche
OTTO  TECHE:
1) "Nella vasca" comprendente un uccello in una vasca in minaitura
2) "La lana di riserva per maglieria" composto da fili di lana
3) "Mummificazione" con 3 uccelli
4) "La gabbia di balza"
5) "L'uccello meccanico" composto da un uccello con una chiave
6) "Il tappeto di piume  "
7) "André" comprendente 1 passero  inchiodato su un cuscino
8) "Le piume di riserva"
TRE TECHE con quaderni e bozzetti che documentano la vita quotidiana di questa micro-società, quella degli uccelli, la cui riproduzione ritrae le gioie e le tragedie della condizione umana. Parodiando l'autofiction, Messenger ha inscritto il suo lavoro in un in-tra sconcertante, oscillando tra la fantasia e la follia.



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