mercoledì 9 marzo 2016

#4 CANONI: ANTROPOLOGI, SOLERTI ARCHIVISTI

ANTROPOLOGIE DELL'OTTOCENTO 

( Cfr. A.Morelli-G.Morelli, Anatomia per gli artisti, Lega Editore, Faenza, 1977, Philippe Comar, Un'identità su misura, in  Identità e alterità, Marislio Editore, La biennale di Venezia, Venezia 1995)

Nell'800 il corpo umano diventa oggetto di studio dell'ANTROPOLOGIA che cerca i legami scientifici tra conformazione e funzione del corpo umano.  L'antropologia impone un nuovo modo modello all'esser umano, quello della MISURAZIONE,  alla ricerca da un lato di un TIPO,  una figura unica, e dall'altro L'INCOLMABILE DIFFERENZA, lo studio delle variabili identitarie  specifiche di ogni individuo, che scaturisce poi nel CODICE.

«Gli antropologi, per stabilire delle proporzioni fra le varie parti del corpo, adottano il sistema delle dirette misurazioni , dalle quali traggono una media, - canone scientifico- , ma sia per la diversità dei metodi usati, sia per le differenze inerenti ai vari popoli, i risultati ottenuti non sembrano tali da presentare pratica utilità agli artisti». ( Morelli, pag. 577) .

Come scrive Morelli,
«Il CANONE DI FRITSCH (1895) è il  più originale e pratico, perché consente di trovare le proporzioni di una figura umana desumendole da un frammento di essa: il modulo di questo canone è rappresentato dalla distanza fra la base del naso e il margine superiore della sinfisi del pube stando il corpo eretto» . Si veda l'immagine:





Nel XIX secolo centinaia di uomini vengono misurati, comparati e classificati sotto ogni possibile aspetto.  Vengono elaborate teorie che mirano a tentare di stabilire alcune correlazioni tra configurazione fisica e mentale, come la CRANIOMETRIA, che presumeva di valutare l'intelligenza e il carattere dell'esser umano in base al volume e alla conformazione cranica. (Si pensi all'antropologo criminale Cesare Lombroso che cercava di tracciare il ritratto del delinquente dalle sue caratteristiche fisiognomiche e dalle impronte lasciate sul cranio dal suo cervello).

IDENTITA' GIUDIZIARIA SEGNALETICA ANTROPOMETRICA: IL METODO BERTILLON 




   

"Tra i 1880 e il 1890, il criminologo francese Alphonse Bertillon riforma io sistema dell'identità giudiziaria . Fino ad allora l'immagine segnaletica che si basava su qualche vaga descrizione morfologica, aveva risentito della mancanza di un criterio fisso di caratterizzazione dell'individuo. (...) Per evitare la recidiva dei detenuti,  Bertillon avvia quindi  un sistema di schedatura di tutti i detenuti fondato sul tratto del corpo  umano meno soggetto a modifiche: la lunghezza dei segmenti ossei. (...) La segnaletica antropometrica viene completata con il rilevamento delle impronte digitali, il colore dell'iride e una duplice fotografia, di fronte e di profilo, munita delle indicazioni di scala. (...) Grazie al successo ottenuto, il suo metodo si diffonde in tutta l'Europa.  La segnaletica descrittiva viene allegata al « portrait parlé » del viso e del corpo che prevede, accanto alla segnaletica fotografica ( migliorata dalla definizione di un protocollo globale che determina le riprese di fronte e di profilo) il rilevamentop di segni particolari, che permettevano la localizzazione di tutti i segni individuali e corporali come cicatrici, tatuaggi o nei".

INVENTARI E ARCHIVI

MUYBRIDGE  negli Stati Uniti, intraprende un inventario di tutte le posizioni del corpo:




PAUL RICHER

Paul Richer , Canone 


assistente a Parigi di Charcot alla Clinica della Salpetriere, studiava ed elencava  le posture delle ricoverate con disturbi psichiatrici  poi professore di anatomia all'Ecole des Beaux Arts, fotografa e disegna  centinaia di uomini e donne, li misura e completa le schede con descrizioni sulle abitudini con precisione clinico scientifica.  Il suo metodo mostra chiaramente questa schizofrenia di volere, ad un lato, misurare e calcolare il tipo sano e, dall'altro,  evidenziare l'unicità dellla devianza, del malato.
Eseguì misurazioni su 100 giovani donne che esercitavano la professione di modelle negli studi parigini. 









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