venerdì 14 aprile 2023

ULAY E LE STRADE VERSO L'ACQUA

Ulay, Heart water catalogue
Cosa è una traversata nel mare di notte? Un muoversi al buio sull'acqua, senza sapere dove si sta andando. Con coraggio, con determinazione, lasciandosi portare dall'acqua.  
NIGHTSEA CROSSING  è stata una serie di 22 performance di Ulay e Abramović che hanno avuto luogo tra il 1981 e il 1987 in 19 località di diversi continenti. Durante le performance, i due sedevano in silenzio e immobili ai due lati di un tavolo uno di fronte all'altro: non facevano nulla, non mangiavano, non parlavano, alla ricerca di un nuovo sistema di comunicazione e relazione, alternativo rispetto ai principi della morale occidentale. L'intento di Ulay era etico e per lui l'arte senza etica era cosmetica.  Questa performance richiedeva infatti un notevole grado di preparazione, resistenza fisica e determinazione mentale.  





A un anno dalla morte di Ulay, avvenuta il 2 marzo 2020, il regista Damjan Kozole ha realizzato il film Ulay Performing Life in cui raccontava un anno della sua vita, ricostruendo al tempo stesso tutta la storia della sua esistenza. Qui si può vedere il trailer del film. Frank Uwe Laysiepen, in arte Ulay, ha viaggiato durante la sua vita in diversi paesi e collaborato con artisti locali: in Olanda, Australia centrale, Cina, Germania e Stati Uniti. Dal 1976 al 1989 ha collaborato con Marina Abramović a diverse performances che sono diventate capisaldi della body art anni '70-80. Grazie alla sua formazione come fotografo, ha documentato le sue performance costantemente, fotografandole con la sua Polaroid. Si veda la documentazione della sua ultima opera con la Abramovic, in cui i due si incontrano, per lasciarsi, dopo avere percorso in senso contrario la Grande Muraglia Cinese.  Qui è pubblicata una intervista in cui  Ulay descrive il suo lavoro: https://vimeo.com/245153663 

In una intervista rilasciata a Dominic Johnson nel 2014 e pubblicata nel libro Performance art, a cura di Chiara Mu e Paolo Martore (Castevecchi, Roma 2018), Ulay dice  "Per ora ho smesso con le performance dal vivo. Ho riflettuto su come sostituire il corpo e ho pensato all'acqua.  Se digiti "acqua" su Google, ottieni 30 milioni di referenze in meno di un secondo. Meglio che impari a nuotare, insomma. Ho creato un progetto online, Earth Water Catalogue, un archivio con opere di artisti provenienti da tutto il mondo, che lavorano con l'acqua. Mi auguro che questo catalogo cambi il nostro modo di pensare l'acqua. L'acqua non è eccitante. In Occidente ce n'è in abbondanza, ma altrove la sua scarsità ha conseguenze funeste. Vorrei che la comunità artistica si impegnasse collettivamente a raccontare l'acqua, a renderla più seducente, promuovendo nuovi modi di pensarla. Ho realizzato alcune installazioni acquatiche che sono archiviate sullo stesso sito. Tutto per amore dell'acqua."  
“L’acqua è una delle principali questioni globali del mondo contemporaneo, soprattutto per la sua essenzialità come fonte di vita per tutti gli esseri viventi. Quando l’acqua è sotto minaccia, lo sono anche tutte le forme di vita sulla Terra”.

«Sono nato in un rifugio antiaereo nel 1943. Sono diventato artista – scriveva Ulay– anche per insoddisfazione, non certo per necessità creativa o per necessità di lavorare in maniera estetica o formalista. Ero insoddisfatto di me, della società e della stessa arte, in particolare del tardo modernismo. Non ero sicuro chi fossi e ho cercato di immaginarmi attraverso la fotografia. Scattare immagini, infatti, soddisfaceva l’esigenza di immediatezza espressiva e del risultato. Riguardare i miei autoritratti mi ha fatto capire sin da subito come l’identità sia una piccola barca con un’àncora grande come una petroliera che solca l’oceano. E, inoltre, che in ultima istanza ogni atto artistico, sia esso conscio o subconscio, ha a che fare proprio con l’identità, con lo specchiarsi, al di là che questo sia elemento fondante dell’espressione artistica o semplice soggetto». 

Secondo Ulay, l'acqua: "E' uno dei quattro elementi primari secondo la filosofia greca", ma oggi le risorse sono drammaticamente a rischio. Ulay precisa che il suo non è un approccio né ambientalista né politico, ma prettamente artistico, perché vuole mostrare la bellezza dell'acqua, in tutte le sue forme. Il suo progetto, il cui nome e modalità hanno avuto varie mutazioni, ha un’idea centrale: quella di costruire, mediante un sito web, un lavoro collettivo, in cui coinvolgere con il loro contributo artisti  di ogni disciplina e provenienza geografica con prodotti a bassa ed alta tecnologia. 

DI CHI È L'ACQUA ? 

WHOSE WATER IS IT ? 
A chi appartiene l'acqua?  Questa la domanda che pone Ulay. Si legga qui un articolo interessante di Nathalie Storelli che commenta la sua opera esposta a Francoforte nel 2012 che consisteva in una doppia scritta al neon ( doppio strato, uno copriva l'altro, e quella sottostante erano simboli del dollaro, dell'euro con dei segni aritmetici, come +. - e =) e una piastra tonda di alluminio: quest'ultima  al centro conteneva un involucro incandescente su cui ogni tanto cadeva dal soffitto una goccia che diventava vapore acqueo. 

Ulay, Atomising a water drop, 2012

Ulay, Waterway, Palestine
EARTH WATER CATALOGUE  
La foto è una delle Waterway, installazioni realizzate da Ulay: l'acqua di chi è? Acqua in bottigliette di plastica. A chi appartiene ? 
Non si riesce più a trovare il suo sito, passato attraverso diverse produzioni, ma si può  leggere qui il MANIFESTO di un progetto realizzato dall'artista greca Keti Kaliori, la World Water Society, che era l'ampliamento della "Greek Water Society" fondata dallo stesso Ulay  nel 2013 ad Atene, quando era stato in Grecia su invito della stessa artista e del World Water Museum per realizzare il progetto comune intitolato "Synergies".  Qui si può vedere il video della sua azione alla famosa fonte di  Castalia, che si trova a Delphi,  vicino al Tempio di Apollo.  Con l'acqua di quella fonte i pellegrini e i sacerdoti del Tempio di Apollo si purificavano prima di fare ingresso nel recinto sacro.
Water for dead

WATER FOR DEAD è una polaroid, nata da un viaggio compiuto dall'artista in Argentina. Si legga qui questa interessante conversazione tra Ulay e Alessandro  Cassin. a proposito del suo lavoro sull'acqua. In molti luoghi della Patagonia argentina è usanza fornire acqua ai morti. Bottiglie d'acqua di ogni tipo e forma, riempite d'acqua e alcune con fiori, vengono capovolte, conficcate nella terra o messe sulle tombe e sulle pietre tombali. Questa tradizione si riferisce forse al mito molto popolare della "Difunta Carrera". Le bottiglie d'acqua riempite vengono messe nel terreno a testa in giù, suggerendo un lento drenaggio dell'acqua nella terra. In molte di queste bottiglie d'acqua capovolte: fornire acqua ai morti nelle loro tombe è il dono più grande che ci sia.

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