martedì 31 maggio 2016

CON LE MIE BRACCIA, CON LE MIE MANI

MARTA ROSLER E LA SUA SEMIOTICA RIVOLUZIONARIA 

 Con le sue mani, Marta Rosler (americana, nata nel 1943) nel 1975, esplorava in una video-performance memorabile, Semiotycs of the Kitchen, la capacità di mutare il senso degli oggetti attraverso il gesto delle sue mani: un mestolo diventava uno strumento che consentiva di gettarsi indietro qualcosa, il coltello di colpire, il batticarne di distruggere: con un perfetto grembiule da massaia, l'artista reinventava l'identità femminile in cucina, proponendo un'immagine femminista di donna ben poco televisiva, pubblicitaria, arrendevole. Ma soprattutto mutando, attraverso, i gesti, la destinazione d'uso di innocenti quanto simbolici utensili che popolano le cucine.
Il sito di Marta Rosler: http://www.martharosler.net/
Guarda il video:https://www.youtube.com/watch?v=ZuZympOIGC0
LE MANI DI Rrose

Duchamp nel suo gesto che lo autoritrae nei panni e nei gesti del suo alter ego femminile, Rrose Selavy in una foto scattatagli da Man Ray negli anni '20. (Da notare che la parola Rose in inglese si pronuncia Eros, quindi si può leggere Eros c'est la vie, oppure Arroser la vie, bagnare la vita, berci sopra). Qui tutta la femminilità si concentra non tanto nei tratti somatici del viso, quanto sul gesto del sostenere il collo di pelliccia: si sa che per Rose, Duchamp fece stampare un bigliettino da visita con una scritta che ben pubblicizza le sue abilità manuali :
Ottica di precisione
Rose Selavy
New York/Parigi
Assortimento completo di
Basette e piaceri 

LA SUPPLICA DELLE MANI DI KETTY LA ROCCA
Ketty La Rocca (La Spezia, 1938, Firenze, 1976)
Negli anni Sessanta, insegnante alle scuole elementari a Firenze dove si era trasferita da La Spezia, Ketty La Rocca entrò in contatto con il movimento fiorentino d'avanguardia Gruppo 70 (L. Pignotti, E. Miccini, L. Marcucci e L. Ori), fondatori della corrente poetica "poesia visiva".
Le sue mani sono al centro della sua ricerca artistica, esplorate come soggetti in sé, spesso coperte di scritte e parole, svuotate queste ultime del loro valore semantico, solo segni che imprimono segni sul corpo.
L'artista studiava antropologia e arte antica (che affidava i suoi messaggi alla codifica dei gesti), conscia del fatto che «nella nostra cultura il linguaggio gestuale è solo un’integrazione dell’informazione […] mentre nel linguaggio gestuale vi è una ricchezza di elementi mitici, rituali, fantastici che sono il patrimonio dell’umanità e insostituibile».

Nei suoi lavori degli anni '70, La Rocca individua il "Tu", "You" in inglese come termine linguistico identitario e nel 1975 realizza "You You", la foto della sua stessa mano in cui tutte le linee sono contrassegnate-disegnate dalla ripetizione calligrafica della parola you you you ... continua. Diverse sue opere sono fotografie su cui interviene con la sua calligrafia, disegnando i contorni delle cose e delle persone con un linguaggio fatto di "you" ripetute, punti, spazi vuoti, virgole, oppure frasi scritte con una perfetta grammatica, ma espropriate del senso.







Appendice per una supplica, È una video-opera di nove minuti presentata nel 1972 alla XXXVI Biennale di Venezia, in cui le mani di un uomo e di una donna hanno un carattere, una vita propria, si scrutano, si toccano, come fossero animali con vita propria, chiedono attenzione, chiedono che venga loro conferita la dignità di soggetti. 
Vedi il brevissimo frammento di video:https://vimeo.com/463770583 
Craniologia, 1973
prima di morire, dove interviene con foto delle sue mani sulle lastre del suo cranio:





IL BRACCIO DI GINA PANE COME PERGAMENA DI UN TESTO SACRO
Scrive Subrizi che il dolore per Gina Pane è un "fatto sociale e politico" si inscrive nella" memoria del corpo".
Nata a Biarritz, da madre svizzera e padre italiano Pane trascorre l'infanzia in Francia e l'adolescenza in Italia; lascia il paese nel 1961 per studiare all'Accademia di Belle Arti di Parigi. Dopo aver concepito una serie di opere in studio, nel 1968 sente il bisogno di abbandonare luoghi e percorsi deputati e di uscire nella natura, intesa come luogo di memoria e come generatore di forza poetica; il corpo è, già in quella fase, centrale nella sua pratica artistica.



Azione sentimentale è un'azione svolta da Gina Pane nel novembre 1973, alla Galleria Diagramma di Milano, di cui abbiamo testimonianza attraverso le descrizioni di quanti vi hanno assistito nonché attraverso le composizioni fotografiche - (le artistic evidences), con foto e descrizioni biografiche, in diversi quadri-frames, in cui l'immagine dell'artista compare sempre in frammenti, mai intera, quasi sempre privata del volto. Ogni azione della Pane veniva filmata e fotografata dalla sua partner Anne Marchand ed entrava a fare parte di una composizione rigorosamente geometrica che la stessa artista disegnava e progettava meticolosamente.
"We enter the space of three rooms. On the floor of the first room there is a black velvet square with a white satin rose appliquéd in the middle. On the walls there are three photographs showing roses in a silver vase. "Dedicated do a woman by a woman" reads Pane's caption. In the next room a slide is being projected on a wall. It shows a portrait of the artist from the waist down, dressed in white pants, holding a bouquet of red roses in her lap. In the third room a performance is in progress. Rings have been drawn in white chalk on the floor, and inside them the word "donna" (Italian for "woman"). Only women have been invited to witness this performance. Pane, dressed in white, performed before an all-female audience seated in rings. Pane lay on the floor holding a bouquet of red roses, which she alternately pushed away and held close. This was a series of carefully staged and repeated poses, which ended with Pane sitting curled up like an embryo, hugging the bouquet. In the next phase, Pane pierced her forearm with eight rose thorns and sliced her palm with a razor blade. The outstretched bleeding hand symbolized love passing from hand to hand. The artist offered this blood to the community of women present. Significantly, she surrounded herself with women and used the rose to say "I love you." Two female voices could be heard while Pane proceeded to cut her body; an Italian and a French woman reading letters addressed to each other; an epistolary dialogue of love, as well as a narrative about the death the mother of one of the women, whose lover had sent her a bouquet of roses as consolation. Then, Pane repeated all the initial gestures and movements with a bouquet of white roses. The performance closed with the sound of Frank Sinatra singing "Strangers in the Night" in the adjacent room". (Cfr. il sito della Tate Modern)

LE MANI ESTESE DI REBECCA HORN

Regista e scultrice tedesca nata nel 1944, negli anni '60  '70 progetta le sue Extensions, sistemi protesici di stoffa, balza , pelle o metallo, che le consentono di prolungare i suoi stessi arti, facendo assumere al suo stesso corpo in toto nuove forme simboliche, fortemente stimolanti dal punto di vista immaginativo.
Vedi il sito dell'artista: http://www.rebecca-horn.de/pages/index_eng.html




Horn, Feather Fingers, ( Guabti di piume), 1972

Horn, Arm extensions, 1972


NAUMAN, COME FARE LE COSE CON LE PAROLE 

Nelle foto realizzate tra il 66 e il 67, poi raccolte in un'unica serie intitolata  ELEVEN COLOR PHOTOGRAPHS ( 1966/7- 70): (foto pubblicate nel 1970 da Leo Castelli Gallery di New York, realizzate da Bruce Nauman nel  1966/7), Nauman riproduce alla lettera alcune espressioni figurate come i proverbi, i modi di dire.
EATING MY WORDS
FINGER TOUCH n°1
FINGER TOUCH WITH  MIRRORS
SELF PORTRAIT AS A FOUNTAIN
UNTITLED (POTHOLDER)
WAXING HOT
Si tratta di istruzioni testuali relative ad atti fisici oppure giochi linguistici realizzati da Bruce Nauman nella sua vita quotidiana, e che alludono alla storia dell'arte. "Piuttosto che assumere una funzione di servizio nei confronti delle immagini, i titoli le dettano, definendo quella che Janet Kraynak ha descritto come la STRUTTURA DI UNA PERFORMANCE. "... credo che il punto in cui il linguaggio comincia a non funzionare più come utile strumento di comunicazione sia anche quello in cui si verificano la poesia o l'arte", così dice Nauman in un'intervista a Janet Kraynak (cfr. Janet Kraynak, Please Pay Attention Please, p.134). Così Nauman si avvicina alla lingua ricorrendo a giochi di parole (la paronomasia, parole dallo stesso suono,ma diverso significato, palindromi, anagrammi, ripetizioni che moltiplicano i significati fino a quando la sintassi non smette di funzionare).Come nota Kranyak, nel lavoro di Nauman si può fare riferimento al termine "performativo" in senso linguistico filosofico,  coniato da J.L. Austin in una serie di conferenze pubblicate in un saggio intitolato " Come fare cose con le parole" (1962): secondo Austin la "manifestazione performativa" , riferendosi al rapporto tra linguaggio e azione, di fatto esegue l'azione a cui si riferisce, come nel caso della dichiarazione "Ti prometto", che di fatto è una promessa.  Il linguaggio è azione. 

FOR BEGINNERS (all the combinations of the thumb and fingers), 2010
L'ispirazione venne all'artista quando lesse in un libro le parole "per bambini", e questo lo fece pensare ai pezzi per piano scritti appositamente per studenti-bambini che imparano a studiare, giustappunto, il pianoforte.  In quest'opera  For Beginners (all the combinations of the thumb and fingers), si vedono due grandi videoproiezioni delle mani di Nauman in 31 differenti possibili combinazioni di ciascun dito in rapporto al pollice. Ciascuno dei due video è accompagnato da un audio con la voce dell'artista che legge le istruzioni per ciascuna combinazione. I due video sono uguali, tranne il fondo, ma non sono sincronizzati, dando luogo sempre a un ritardo del sonoro sul video (ovvero le ingiunzioni vengono DOPO le immagini delle azioni).

YAEL DAVIDS E LE MANI PER USCIRE DALLA PRIGIONE
(nata a Gerusalemme nel 1968, vive ad Amsterdam)
http://yaeldavids.com/
lavora con il medium della  performance art e con la sua documentazione, con l'obiettivo di condividere  collettiva di un'esperienza individuale, intima.


The Hand is Quicker then Eye, 2009, video installazione
Si tratta di un progetto realizzato con i carcerati della prigione di Mechelen City (commissionato dal Museo di Arte Contemporanea di Anversa) che includeva una serie di laboratori intorno all'idea del Circo, con esperienze di teatro, magia, illusionismo, acrobatica e storytelling e che ha dato origine a un video che compare come videoinstallazione. Il fatto che le mani siano più veloci degli occhi è il mito per antonomasia nella magia: il parallelismo tra carcere e circo nasce dalla riflessione sulla loro comune collocazione alla periferia della città: nel primo gli abitanti sono prigionieri, mentre nel secondo possono sperimentare la fuga attraverso l'immaginazione. 
Testo che accompagna il video:

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