giovedì 20 aprile 2023

IL LATTE, SECRETO DEL FEMMINILE

LE MAMMELLE  Le mammelle, organi pari, sono formate da ghiandole esocrine mammarie, destinate alla secrezione del latte, alimento dei neonati nei mammiferi,  contenute entro un ammasso di tessuto adiposo che costituisce in massima parte il loro volume. Si rammenta che, in medicina, la parola ghiandola si riferisce a  un organo, un raggruppamento di cellule o una semplice singola cellula, avente la capacità di produrre una particolare sostanza, che prende il nome di secreto. Si dicono esocrine le ghiandole che rilasciano il proprio secreto sulla superficie epiteliale della pelle o di alcuni organi interni cavi, come per esempio la bocca, la trachea o lo stomaco). Il secreto delle mammelle è costituito dal latte, che è composto da lipidi, proteine (lattoalbumina, caseina), lattosio, vitamine e glucosio. 


Le ghiandole mammarie caratterizzano la specie dei mammiferi e, nel sesso femminile, costituiscono gli organi più sviluppati della femmina durante i primi 5-6 mesi di vita del neonato, durante i quali producono il latte. Le mammelle si trovano anteriormente al torace, davanti ai due muscoli pettorali, separate da una solco che si chiama seno, a che da il nome alle stesse mammelle. Dal punto di vista morfologico, si sviluppano alla pubertà ad opera degli estrogeni e aumentano gradatamente di volume, con un contorno superiore più dolce e uno inferiore più marcato per effetto del peso della mammella stessa. Nella donna giovane hanno forma sferica-ovoidae, nella gravidanza aumentano di volume, per poi divenire spesso pendule nella vecchiaia, per via del riassorbimento del tessuto adiposo. Nella parte centrale il capezzolo è circondato dall’areola, regione circolare pigmentata del diametro di circa 3-5 cm. che aumenta di diametro durante la gravidanza. Le piccole sporgenze dell’areola sono determinate dallo sbocco superficiale delle ghiandole sebacee. 

Sia il capezzolo che l’areola sono dotati di fibre muscolari lisce che ne permettono una contrazione da cui si genera l’erezione del capezzolo ed il corrugamento dell’areola. Ciò permette, nel periodo dell’allattamento al seno, un agevole deflusso del latte. Il colore dell’areola e del capezzolo varia da donna a donna e può variare in situazioni particolari, come ad esempio in gravidanza, quando l’areola diviene più grande e più scura. Nell’uomo le ghiandole mammarie esistono allo stato rudimentale e le mammelle sono pochissimo sviluppate, rappresentate solo dalle areole. Ogni mammella è formata da un complesso di strutture simili ad acini che producono latte sotto controllo dell’ormone ipofisario prolattina. Tale struttura è connessa ad una rete di dotti galattofori, deputati ad incanalare le secrezioni verso il capezzolo.

IL LATTE DAL MITO COSMOGONICO ALLA DEVOZIONE DELLA MADONNA LACTANS

La via Lattea

La prima volta che le comunità umane hanno addomesticato alcune specie di mammiferi è stato non più di 12.000 anni fa, quando hanno sfruttato la secrezione lattea delle femmine di capra e pecora a loro vantaggio. Poi le mucche sono state allevate per la prima volta circa 10.000 anni fa nelle montagne della Turchia, della Macedonia e della Grecia, ma il latte era utilizzato inizialmente per alimentare i loro vitelli ed esse servivano principalmente come animali da tiro. Solo successivamente il latte divenne alimento per gli esseri umani, insieme con il formaggio, e Omero narra nell'Odissea di Polifemo, che allevava le pecore e teneva una parte del loro latte per sé per farne il formaggio.  
Tintoretto, La nascita di Ercole e della Via Lattea, 1578
Le mitologie abbondano di storie in cui gli esseri umani appena nati vengono allattati da animali simbolici, dall'Egitto a  Giove a Ercole a Romolo e Remo, e Ovidio narrava nelle Metamorfosi, la nascita del nostro sistema solare dal latte di una dea. Il mito racconta che Zeus, Giove, affascinato dalla bellezza e dalla fedeltà della mortale Alcmena, per potersi unire a lei, approfittò dell’assenza del marito Anfitrione e ne assunse le sembianze per ingannarla. Zeus fece durare la notte tre giorni e dalla loro unione nacque Eracle, Ercole. Saputo del tradimento Anfitrione decise di uccidere la moglie, solo l’intervento di Zeus riuscì a salvarla, lo convinse infatti a perdonare Alcmena. Era, Giunone, la legittima moglie di Zeus, non solo non volle accettare il bambino, ma tentò addirittura di ucciderlo. Zeus, approfittò del sonno della dea per attaccare Eracle al suo seno, perché sapeva che solo succhiando dal petto della madre degli dei, il semidio avrebbe potuto ottenere l’immortalità. Il bimbo però ci mise una tale energia e forza che la svegliò e fece schizzare il latte da tutte le parti. Si narra che le gocce di latte cadute a terra diedero vita ai gigli, mentre quelle perse in cielo, originarono la Via Lattea,  la strada percorsa dagli dei per raggiungere il palazzo del re e della regina degli dei.
Vaso con la nascita della Via Lattea

Si legge nell'Enciclopedia Treccani: "La Via Lattea appare in cielo come una striscia biancastra che attraversa molte costellazioni e si può vedere a occhio nudo in maniera distinta se la si osserva da un luogo lontano dalle luci della città. È una galassia a spirale come tante altre, con l’unica particolarità di ospitare – un po’ in periferia – il nostro Sistema Solare, oltre a circa 200 miliardi di stelle e ad ammassi di nebulose. (...) La nostra galassia si è formata tra i 12 e i 15 miliardi di anni fa, quando la forza di gravità portò una gigantesca palla di gas a collassare su sé stessa e si formò un disco sottile con un nucleo centrale dello spessore di 10.000 anni luce e dell’estensione di 15.000 anni luce. Il Sole impiega ben 250 milioni di anni per completare una rivoluzione intorno al centro della Via Lattea e ne ha perciò effettuate soltanto 18 da quando si è formato. Il centro della galassia si trova nella stessa direzione della costellazione del Sagittario e in questa regione si osserva una concentrazione di stelle molto superiore a quella di altre parti del cielo. Le zone scure all’interno della Via Lattea sono invece dovute a nubi di pulviscolo che attenuano la luce delle stelle".

Isisde allatta il figlio Horus, 750 a.C. 
Statua di Diana Efesina II sec d.C. Museo Archeologico Nazionale, Napoli
Copia romana di epoca Adrianea di un originale greco del II sec. a. C, statua di Artemide, dea della luna, venerata ad Efeso, e che a Roma diventa Diana: dea cacciatrice, vergine ma protettrice delle puerpere.  Nella regione ionica era adorata soprattutto come dea della fertilità. Le statue provenienti da questa zona la mostrano con il busto coperto di protuberanze rotondeggianti, interpretate sia come seni che come testicoli di toro. Questa particolare statua è anche ricoperta da mezze figure di animali quali il toro, il leone, l'aquila, il grifone e la capra. La statua si trovava nel Tempio di Artemide a Efeso, considerato una delle Sette meraviglie del mondo.I

Icona di santa Maria di Mariace, sec XII

Madonna della Catena, San Silvestro al Quirinale, sec. 1250

Ambrogio Lorenzetti, Madonna del latte, 1325, Museo Diocesano di Siena

Andrea Pisano, Madonna del latte, 1346

Jean Fouquet, Madonna del latte, Dittico di Melun, 1450

Correggio, Madonna del latte e un angelo, 1524, Museo delle Belle Arti, Budapest

A proposito delle Madonne del Latte: si legga qui un interessante studio di Ida Molinaro sulle dinamiche  associate al motivo sacro della Madonna Lactans, in greco galactotrofusa, e alla devozione ad esso correlata, che riguardano gli orizzonti simbolici, soprattutto legati alla corporeità, attivati, attraverso questa iconografia, tra élite di potere e cultura popolare: il culto si era diffuso in Europa Occidentale dove ancora si ritrova l’usanza di custodire come reliquie, all’interno delle chiese, ampolle contenenti il latte della Madonna (il Sacro Latte), cui si attribuivano gli effetti miracolosi di restituire il latte alle partorienti che lo avessero perso, quando ancora non esisteva il latte artificiale. 
  Nelle Madonne del latte infatti, la contemplazione della Vergine diviene una tipologia popolare del rito eucaristico di cui l’iconografia è un rimando simbolico al Cristo e al suo sangue che dona la vita, ma anche la sapienza.  

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