Gli occhi, organi della vista, sono situati nelle cavità orbitalitali del cranio. Attraverso l'occhio, organo della vista, raccogliamo tante informazioni dall'esterno.
L'occhio è una struttura sferica, bulbo oculare, protetto dalle palpebre, che contiene un fluido. Il rivestimento esterno è un tessuto connettivo biancastro, la sclera, che ha una funzione contenitiva e protettiva, e nella sua porzione anteriore diventa trasparente, con una curva più accentata e forma la cornea attraverso la quale la luce entra nell'occhio.Sezione di un occhio |
Sotto la sclera si trova la coroide, membrana che contiene vasi sanguigni e melatonina che assorbe la luce perchè la visione non sia disturbata dalla luce, Anteriormente sulla coroide di apre un foro circolare, la pupilla, circondata dall'iride, anello muscolare pigmentato che regola, come il diaframma di una macchina fotografica, la quantità di luce che entra nell'occhio attraverso la pupilla. Dietro alla pupilla si trova il cristallino, una vera lente che, cambiando forma per effetto della contrazione dei muscoli ciliari, mette a fuoco i raggi luminosi sulla retina posteriore.
La retina, che riveste i tre quarti posteriori del bulbo oculare, è costituita a sua volta da due strati: lo strato pigmentato e lo strato nervoso, estensione periferica dell'encefalo che comprende i fotorecettori e i neuroni che collaborano per trasmettere l'informazione visiva alla corteccia. I fotorecettori sono divisi in coni (che distinguono i colori, ma solo in presenza della luce) e bastoncelli (che vedono i grigi, anche senza troppa luce). Gli esseri umani condividono con la quasi totalità degli animali la presenza, nei coni e bastoncelli, di una famiglia di pigmenti, le opsine, che garantiscono la fotosensibilità degli occhi: ciò costituisce una prova a sostegno dell'evoluzione biologica.
Sezione della retina in cui si vedono chiaramente i bastoncelli (i filamenti lunghi gialli) e i coni (più piccoli e verdi). |
Nel video NEUROMATIC, 2020, l'artista, scrittrice, docente e curatrice inglese Johanna Zylinska pone una domanda fondamentale: Le macchine possono vedere, hanno la capacità di vedere? Questo video, nel quale le immagini fluttuano e si trasformano metamorficamente, è ispirato – come scrive la stessa artista nei titoli di coda - dai testi (e ne contiene diverse citazioni) dello storico dell'arte Norman Bryson, Claire Colebrook - studiosa di Gilles Deleuze -, Jonathan Crary (teorico, autore di Le Tecniche dell'osservatore, Einaudi 2013), Hall Foster ( critico d'arte) James Gibson (L’approccio ecologico alla percezione visiva, Mimesis, 2014) e Alva Noe (Strani strumenti. L’arte e la natura umana, Einaudi 2004). Attraverso la ri-mediazione di questi testi e di immagini provenienti dalla Collezione Wellcome di Londra (museo e biblioteca in cui sono esposti manufatti medici e opere d'arte che esplorano le connessioni tra medicina, biologia e arte) e rielaborate da un algoritmo genetico generato da una AI ispirata all’evoluzione biologica, il video invita gli osservatori ad una esplorazione cognitiva e sensoriale del fenomeno della visione. Sullo schermo si alternano fluide immagini di elementi anatomici prelevati dal mondo animale, come un occhio di cane, i microvasi del cervello, una mosca verde vista al microscopio, un occhio umano, un cervello malato, un occhio di pesce zebra, una sclera. Le immagini sono accompagnate da diverse domande, che si rivolgono direttamente allo spettatore-osservatore: Una macchina può vedere? Una macchina vede ciò che rifrange la luce e lo trasforma in dati? Le macchine funzionerebbero come gli esseri umani? Le neuroscienze possono fornirci dati intorno alle cariche elettriche sui processi che producono la visione, ma hanno trovato il modo di spiegare come si produce l’esperienza della percezione visiva? E come si ha consapevolezza della visione? Le metafore meccaniche descrivono l’organo della percezione funziona cervello Si può dire che al percezione cattura ciò che vede? Il Cervello ha una percezione dinamica? La percezione è un’azione? Si può parlare di una politica della visione? Il cervello può essre assimilato ad una macchina fotografica?
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