Il latte, elemento nutritivo legato alla femmina e all'infanzia, è, insieme con il sangue, elemento centrale nella produzione di Gina Pane. Il cibo era già elemento ricorrente fin dall'inizio nel lavoro di Gina Pane, sia perché legato alla vita biologica del corpo, ma anche in quanto ricco di implicazioni socioculturali e politiche. Due installazioni sul tema del nutrimento precedettero infatti le sue "azioni": nel 1968 la Pesca luttuosa, in cui l'artista si relazionava con la contaminazione legata agli esperimenti americani sulla radioattività atomica che uccisero milioni di pesci nel mar del Giappone, e, nel 1970, il Riso n°1, in cui con l'organizzazione di una risaia, voleva alludere alla guerra del Vietnam.
Action Tranfert, realizzata nel 1973, documentata con 16 pannelli a colori e seppia, 1 pannello con le note, e disegni preparatori a inchiostro e pennarello su carta ritagliata e incollata su carta, mette in scena pulsioni nutritive contrastanti. Con questa azione, l'artista cerca inutilmente di bere un bicchiere di latte e un bicchiere di acqua e menta. Il lavoro è oggi consultabile al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris. Sei le fasi dell'azione: 1. Messa in condizione del pubblico, 2. Transfert, 3. Desiderio non esaudito 4. frustrazione, 5.traccia mnesica 6. fusione e ferita.
Al centro della stanza era solo un tavolino con un bicchiere di latte, un asciugamano e del sapone usato dall'artista per lavarsi per diversi giorni, che sottolineavano la presenza mentale dell'artista e la sua assenza fisica. Gli ospiti ricevevano un cordiale alla menta al loro arrivo. Il latte si riferiva all'essenza della vita e gli articoli da toilette a un ritorno alla natura. Il pubblico era invitato a recarsi nella galleria, illuminata in modo intenso e quasi violento, dove l'artista era in piedi in fondo alla sala. Qui tre atti specifici e di intensità emotiva crescente segnavano il "Transfert" dei fallimenti: 1. il tentativo, destinato a fallire, nonostante gli sforzi dell'artista, di raggiungere un bicchiere di menta posto su una mensola fissata alla parete, ma fuori dalla portata delle sue mani. 2. Il tentativo era seguito dall'assorbimento di parte del latte contenuto in un bicchiere posto su una mensola fissata alla parete opposta, all'altezza della bocca; 3. Altro tentativo, compiuto dall'artista , e anch'esso destinato a fallire, di bere alternativamente da un bicchiere di latte e da un bicchiere di menta posti a terra. Lei, seduta e con le gambe dritte, non potesse né raggiungere il latte piegando la testa all'indietro né bere la menta piegandosi in avanti. Infine Gina Pane rompeva il bicchiere di menta e quello di latte con una pietra, leccando la miscela attraverso i frammenti di vetro e fondendo entrambi gli elementi con il proprio sangue.
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