Questo suo nuovo "corpus" di lavori dialoga non solo con il Contrapposto del 1968, ma anche con altri lavori realizzati dall’artista tra il 1967 e il 1969, come Slow Angle Work(Beckett Walk), Dance or Exercise on the perimeter of a square (Square Dance) Playing a Violin; Bouncing in the Corner n° 1, Stamping in the Studio,Wall – Floor Positions, Walking in an exaggerated manner. tutte azioni in cui , in quel periodo, Nauman sperimentava concetti come la ripetizione, la durata e il senso del limite e della tenacia, testando i propri limiti e quelli dell’osservatore.
Per Walking with contrapposto, in particolare, Nauman aveva costruito nel suo studio di Southampton un corridoio costituito da due semplici pareti rinforzate di legno - ( o forse cellotex), con una videocamera all’imbocco del corridoio stesso, lungo il quale l’artista camminava ancheggiando avanti e indietro con le mani sulla testa e dietro la schiena. La camera filmava il suo corpo (spesso senza riprendere la testa, he restava volutamente tagliata fuori dall’inquadratura) cambiare continuamente di dimensione nello spazio stretto e andare fuori fuoco, mano a mano che si muoveva in avanti e all'indietro.
Per Walking with contrapposto, in particolare, Nauman aveva costruito nel suo studio di Southampton un corridoio costituito da due semplici pareti rinforzate di legno - ( o forse cellotex), con una videocamera all’imbocco del corridoio stesso, lungo il quale l’artista camminava ancheggiando avanti e indietro con le mani sulla testa e dietro la schiena. La camera filmava il suo corpo (spesso senza riprendere la testa, he restava volutamente tagliata fuori dall’inquadratura) cambiare continuamente di dimensione nello spazio stretto e andare fuori fuoco, mano a mano che si muoveva in avanti e all'indietro.
Il corpo reale dell’artista - non più agile per via dei suoi circa settant'anni e con le sue difficoltà a mantenere l’equilibrio in una camminata resa ancora più incerta dal fatto di tenere le mani sulla testa - misura il proprio limite rispetto a quel principio estetico, consapevole del proprio inevitabile fallimento.
Come specifica Erica F. Battle nel catalogo della mostra di Philadelphia, dunque, non c'è alcun intento agiografico celebrativo nei confronti della propria opera giovanile, nessuna intenzione di reenactement del suo lavoro, ma una nuova ricerca che, riprendendo quella precedente, ne sviluppa e approfondisce ulteriormente i confini.
Come lui stesso racconta in una conversazione con Carlos Basualdo, curatore dei nuovi Contrapposto studies pubblicata nel catalogo della mostra omonima allestita al Philadephia Museum of Art nel 2016, l'idea di questo lavoro è venuta a Bruce Nauman nel rivedere il suo lavoro del 1968 in cui la camera era posizionata alla fine del corridoio e il corpo diventava più piccolo, mentre le pareti restavano uguali. Nauman si è chiesto, riguardando il video a distanza di anni, cosa sarebbe successo se il corpo fosse restato della stessa dimensione e fossero invece cambiate le dimensioni dello sfondo, ovvero il corridoio. Nel primo lavoro il corridoio costituiva un confine spaziale che consentiva al performer di restare in equilibrio. Cosa sarebbe successo senza il corridoio, dunque senza il limite? Ha così allestito con il suo assistente Bruce Hamilton, una nuova ripresa, stavolta con l'aiuto delle nuove tecnologie: il video è stato registrato una volta, e poi, per mantenere costante la misura del corpo filmato (a differenza di quanto accadeva nel ’68) e il suo rapporto con lo spazio circostante (stavolta senza corridoio), l'effetto di zoom è stato realizzato con un programma di editing digitale. Hanno realizzato quattro nuove versioni della camminata, tutte della medesima lunghezza. La camera è sempre a fuoco sul corpo dell’artista, per confondere la prospettiva. Successivamente lo hanno trattato anche con il color reverse e con una inversione di direzione della camminata, all’indietro anziché in avanti.
Nel suo nuovo lavoro il suo corpo, per effetto dello zoom digitale, resta sempre della stessa dimensione, mentre cambia lo spazio nel quale si muove, dunque l’artista resta sempre sul posto, nello stesso punto, rotolante, immobile e al tempo stesso in movimento. Qui lo sfondo infatti sembra muoversi intorno al suo corpo, mano a mano che esso procede incerto. La camminata si ripete per quattro volte, e viene successivamente moltiplicata per sette e lo schermo splittato in sette frammenti che tagliano il corpo in sette, dalla testa ai piedi. Il medesimo procedimento viene ripetuto nel video al negativo, creando una immagine di 98 frammenti del suo corpo in azione. Ha poi installato il positivo e il negativo come se si specchiassero. (con un procedimento simile a quello adottato in For Beginners).
In sette proiezioni separate e nelle due più larghe Nauman taglia il suo corpo in sette sezioni. Perche? Perchè qui il numero 7 diventa elemento della composizione, numero che si riferisce alle proporzioni umane nell'arte classica (antica e rinascimentale).
Come dichiarato esplicitamente dall’artista nell’intervista con Carlos Basualdo, il tema centrale di questo lavoro è la tensione tra il proprio corpo vivo e il corpo idealizzato nell’arte occidentale a partire dall’arte greca nel Canone del Doriforo di Policleto, ripreso poi nel Rinascimento. In quella statua si esemplificava l’ideale classico che individuava nel corpo umano (e divino al tempo stesso) la presenza della Simmetria, termine latino che non indicava la bilateralità di un soggetto rispetto a un piano longitudinale, bensì un concetto estetico di proporzione tra le parti e il tutto . Si veda il capitolo di questo blog dedicato a questo tema.
Il numero 7 governa l’intera installazione e misura la moltiplicazione dell’intero lavoro, ma parallelamente, frammenta e spezza il suo corpo: così come lo vedevamo senza testa nelle performance degli anni ’60, ma anche come abbiamo visto le sue teste mozzate diventare fontane nell'allestimento della Biennale di Venezia. Anche nel Walking with contrapposto del '68 aveva la testa mozzata.
Ma anche come si è visto nei suoi primi studi sul proprio corpo negli anni '60, come nota la Battle. Si veda qui la successione dello studio del suo corpo a partire dalla canonica suddivisione in sette parti fino a Neon Templates of the Left Half of My Body Taken at Ten Inch Intervals 1966. La misura che l’arte classica proponeva come una certezza, per Nauman è un punto di domanda, una investigazione in cui l’artista coinvolge il fruitore.
La sua ricerca infatti nasce da un calco del suo corpo in diversi materiali, dalla creta, al cartone, alla latta, plexiglass, fino al neon, il suo corpo diventa matrice, punto interrogativo nello spazio.
Bruce Nauman, disegni, modelli, sculture al neon e con cera - studi per the Left part of my body , anni '60 |
Tornando alla mostra di Venezia, il rispecchiamento per Bruce Nauman è gioco linguistico che sostiene fortemente il suo lavoro di scultore: si pensi alla sua passione per Beckett, si pensi alle sue fotografie che mettevano in immagine i "modi di dire". Uno sdoppiamento sempre fallito, imprendibile: la complessità visiva dell’immagine fa perdere la logica che governa i movimenti e senza pareti c’è molta tensione, mentre lui lui perde spesso l’equilibrio.
Infine , in una stanza, è proiettato in dimensioni monumentali un video che aveva ripreso il suo assistente con l'IPhone: si vede lo stesso artista che cammina e prende le misure, incerto, sul suo stesso video: WALKS IN WALKS OUT. Si vedano le immagini sotto, dove lui è lo stesso, sempre con la sua t-shirt e con gli stessi americanissimi jeans.
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