Christian Boltanski, Studio visit, 2010 |
Il ricordo è, come l'apprendimento, una attività, non un cosa, e le parole o le immagini che si usano per ricordare non sono mere trascrizioni di qualcosa che si trova nel cervello, ma piuttosto i mezzi con cui si va alla ricerca di un percorso che porta alla luce qualcosa che resterebbe dimenticato, nell'oblio. Nel primo capitolo del suo libro La Fabbrica del ricordo, Felice Cimatti critica, citando le ricerche del neurologo Kandel, la teoria degli engrammi già confutata negli anni '50 del secolo scorso da Lashley (In search of the engrams, 1950) secondo il quale "non è possibile dimostrare la localizzazione di una traccia mnestica all'interno del sistema nervoso", ovvero il ricordo non può essere considerato propriamente un engramma, una unità di memoria, una cosa, una traccia, ma piuttosto una attività, un percorso che riordina continuamente l'esperienza.
STUDIO VISIT (2010-2010)
Ad un giocatore d’azzardo, mister Walsh, che con il denaro vinto aveva cominciato a collezionare opere d’arte e avrebbe voluto possederne anche una di Boltanski, l’artista propose il seguente patto: dal primo gennaio 2010 quattro telecamere lo hanno filmato in ogni momento della sua vita nello studio nella cittadina di Malakoff, nel nord della Francia, trasmettendo le immagini sullo schermo installato in una grotta in Tasmania, nella proprietà del milionario,
Quest’ultimo ha potuto guardare Boltanski dipingere, dormire, mangiare e fare qualunque altra cosa per otto anni. La visione non poteva essere interrotta, e non era possibile rivedere ciò che era stato filmato, la vita trasmessa dall’arte diventava un flusso che sopravviveva soltanto nella memoria.
La memoria di un'infanzia racchiusa in tre cassetti
Les archives de CB (1965-1988) l'artista vuole «tenere traccia di ogni istante della nostra vita, di tutti gli oggetti che sono entrati in contatto con noi e di tutto ciò che è detto intorno a noi». L’opera consiste in una una parete composta da 646 scatole di latta arrugginite (che in origine contenevano biscotti). A differenza dei cassetti di Trois Tiroirs (1970), che ospitavano i giocattoli della sua infanzia, ci si trova di fronte ad una specie di archivio statale, impersonale, infinito, illuminato da lampade alimentate da ufico, i cui cavi elettrici non sono nascosti, ma fanno parte dell'installazione, come in molti altri lavori dell’artista. . All’interno di quelle scatole presenti 1200 reperti fotografici e 800 documenti provenienti dal suo studio prima di sgomberarlo. Questi documenti però non sono consultabili poiché sigillati nelle scatole, consegnati all’oblio oppure alla memoria di chi ha conosciuto l’artista e frequentato il suo laboratorio.
Museo della Memoria di Ustica a Bologna
A Bologna è stato realizzato nel 2007 in un ex deposito tranviario una grande installazione di Boltanski, che costituisce il Museo per la Memoria di Ustica, in cui l’artista affronta un nuovo percorso alla ricerca del ricordo di fronte all’oblio: il ricordo delle persone uccise nella strage è nei resti degli abiti, nelle valigie, negli involucri vuoti che denunciano l’assenza dei loro possessori, spazzati via dalla vita e dalla storia.
Les Archives du Cœur (dal 2010)
Les Archives du coeur è stato aperto al pubblico nel 2010, nell’isola giapponese di Teshima, all’interno della cornice della Naoshima Fukutake Art Museum Foundation che, da vent’anni, propone numerosi progetti permanenti realizzati da artisti contemporanei.
La memoria modifica il cervello
Cimatti, citando gli studi di Kandel, parte dalla considerazione della memoria a breve termine e di quella a lungo termine: la seconda, secondo Kandel non sarebbe da considerarsi come una mera estensione della prima, perché quella a breve termine produce un cambiamento nelle sinapsi della cellula neuronale, rafforzandone o indebolendone le funzioni, mentre la memoria a lungo termine provoca delle vere e proprie variazioni anatomiche, ovvero la crescita di nuove terminazioni sinaptiche e pertanto una riconfigurazione sinaptica duratura. La memoria persistente corrisponde quindi alla crescita e al mantenimento di nuove terminazioni sinaptiche.
STUDIO VISIT (2010-2010)
Ad un giocatore d’azzardo, mister Walsh, che con il denaro vinto aveva cominciato a collezionare opere d’arte e avrebbe voluto possederne anche una di Boltanski, l’artista propose il seguente patto: dal primo gennaio 2010 quattro telecamere lo hanno filmato in ogni momento della sua vita nello studio nella cittadina di Malakoff, nel nord della Francia, trasmettendo le immagini sullo schermo installato in una grotta in Tasmania, nella proprietà del milionario,
Quest’ultimo ha potuto guardare Boltanski dipingere, dormire, mangiare e fare qualunque altra cosa per otto anni. La visione non poteva essere interrotta, e non era possibile rivedere ciò che era stato filmato, la vita trasmessa dall’arte diventava un flusso che sopravviveva soltanto nella memoria.
La memoria di un'infanzia racchiusa in tre cassetti
Essai de reconstitution (Trois tiroirs) (1970-71) |
Essai de reconstitution (Trois tiroirs) (1970-71)
È un' opera composta da tre cassetti in cui l’artista ha collocato piccole sculture di plastilina modellate sulle forme di oggetti e giocattoli che appartennero a Boltanski durante i suoi primi anni di vita, elencati sulle etichette battute a macchina come in un archivio.
Les archives de CB (1965-1988) l'artista vuole «tenere traccia di ogni istante della nostra vita, di tutti gli oggetti che sono entrati in contatto con noi e di tutto ciò che è detto intorno a noi». L’opera consiste in una una parete composta da 646 scatole di latta arrugginite (che in origine contenevano biscotti). A differenza dei cassetti di Trois Tiroirs (1970), che ospitavano i giocattoli della sua infanzia, ci si trova di fronte ad una specie di archivio statale, impersonale, infinito, illuminato da lampade alimentate da ufico, i cui cavi elettrici non sono nascosti, ma fanno parte dell'installazione, come in molti altri lavori dell’artista. . All’interno di quelle scatole presenti 1200 reperti fotografici e 800 documenti provenienti dal suo studio prima di sgomberarlo. Questi documenti però non sono consultabili poiché sigillati nelle scatole, consegnati all’oblio oppure alla memoria di chi ha conosciuto l’artista e frequentato il suo laboratorio.
Museo della Memoria di Ustica a Bologna
A Bologna è stato realizzato nel 2007 in un ex deposito tranviario una grande installazione di Boltanski, che costituisce il Museo per la Memoria di Ustica, in cui l’artista affronta un nuovo percorso alla ricerca del ricordo di fronte all’oblio: il ricordo delle persone uccise nella strage è nei resti degli abiti, nelle valigie, negli involucri vuoti che denunciano l’assenza dei loro possessori, spazzati via dalla vita e dalla storia.
Les Archives du Cœur (dal 2010)
Les Archives du coeur è stato aperto al pubblico nel 2010, nell’isola giapponese di Teshima, all’interno della cornice della Naoshima Fukutake Art Museum Foundation che, da vent’anni, propone numerosi progetti permanenti realizzati da artisti contemporanei.
L'opera raccoglie permanentemente le registrazioni dei battiti del cuore di persone in tutto il mondo. L’artista registra questi battiti del cuore dal 2008 e le registrazioni possono essere ascoltate dai visitatori.
L’opera è suddivisa in 3 sale: la Sala del Cuore, che ospita un'installazione; la sala di registrazione; e, una sala d'ascolto. Nella sala di registrazione i visitatori possono registrare i loro battiti cardiaci insieme a un messaggio personale per l'archiviazione come parte dell'opera, mentre nell'ultima, quella dell'ascolto, i visitatori possono cercare le registrazioni utilizzando un database informatico.
Personnes (2010)
E’ un’installazione realizzata in occasione di Monumenta 2010 (rassegna annuale che invita un artista a occupare gli speazi del Grand Palais di Parigi, imponente struttura in acciaio e vetro costruita per l’Esposizione universale del 1900). Si vedano i video che mostrano un percorso all'interno della grande intallazione:
https://www.youtube.com/watch?v=SXND1GZdBzM
https://www.youtube.com/watch?v=HV7JQEtPIQw
Infine, si propone qui la visione di questi due video in cui l'artista si racconta, nel tempo, a partIre dalla sua infanzia :
la vita di Boltanski parte 1
la vita di Boltanski parte 2
L’opera è suddivisa in 3 sale: la Sala del Cuore, che ospita un'installazione; la sala di registrazione; e, una sala d'ascolto. Nella sala di registrazione i visitatori possono registrare i loro battiti cardiaci insieme a un messaggio personale per l'archiviazione come parte dell'opera, mentre nell'ultima, quella dell'ascolto, i visitatori possono cercare le registrazioni utilizzando un database informatico.
Personnes (2010)
E’ un’installazione realizzata in occasione di Monumenta 2010 (rassegna annuale che invita un artista a occupare gli speazi del Grand Palais di Parigi, imponente struttura in acciaio e vetro costruita per l’Esposizione universale del 1900). Si vedano i video che mostrano un percorso all'interno della grande intallazione:
https://www.youtube.com/watch?v=SXND1GZdBzM
https://www.youtube.com/watch?v=HV7JQEtPIQw
Infine, si propone qui la visione di questi due video in cui l'artista si racconta, nel tempo, a partIre dalla sua infanzia :
la vita di Boltanski parte 1
la vita di Boltanski parte 2
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