venerdì 11 marzo 2016

3.b. CANONE BIZANTINO

IL TRIONFO DEL CRISTIANESIMO - LO SMEMBRAMENTO DELL'IMPERO ROMANO
Il Cristianesimo, inizialmente combattuto dall'impero, nel 313 ottenne la  libertà di culto con l'Editto di Milano promulgato dall'imperatore Costantino convertitosi al Cristianesimo e, successivamente, con l'editto di  Tessalonica firmato nel 381 da Teodosio,  diventò religione ufficiale dell'Impero, con conseguente proibizione dei riti pagani. Da questo momento in poi in tutto l'Impero si diffuse il canone bizantino.
A proposito dell'aggettivo bizantino: nel 395 dopo Cristo, alla morte di Teodosio,  l'Impero Romano venne diviso tra i suoi due figli: ad Onorio l'impero Romano d'Occidente, e ad Arcadio l'Impero Romano d'Oriente, o Bizantino, che prendeva il nome da Bisanzio città sulla quale Costantino nel 330 aveva fondato, cambiandole nome, la nuova capitale Costantinopoli. 
L'Impero d'Occidente, ormai in dissoluzione,  cadde, successivamente alle invasioni barbariche, nel 476, quando  il primo re barbaro, Odoacre,  destituì l'ultimo imperatore Romolo Augustolo: data con la quale, secondo una convenzione assai diffusa, molti storici fanno iniziare il MEDIO- EVO.
Durante le successive invasioni dei barbari, in Italia si impose Teodorico, signore degli Ostrogoti, che sconfisse Odoacre e fissò la capitale del regno a Ravenna,  conferendo alla città, sede della sua corte,  un grande, sebbene non duraturo,  splendore.  
Mentre l'Impero romano d'Oriente  sopravvisse fino al 1453, data in cui Costantinopoli viene conquistata dai turchi e diventò l'attuale Istanbul. 

CANONE BIZANTINO (detto anche DEL MONTE ATHOS)
Il canone bizantino, detto del Monte Athos (perchè il  Monte Athos, centro della cultura religiosa ortodossa, comprende un gruppo di 20 monasteri situati sul monte omonimo e costituenti una Repubblica monastica teocratica ancora oggi indipendente, ma sotto la sovranità greca) imprime una spinta verso nuove dimensioni antropometriche e concezioni estetico teologiche tendenti ad esaltare i valori spirituali della fede religiosa e  la regola metafisica mistica e trova nella testa dell'uomo la sede opportuna per dimostrare il valore modulare delle proporzioni. 
Schema dei tre cerchi nel canone bizantino 

Il libro Canone dell'icona, opera del monaco athonita Dionisio da Furnà, nota anche come Guida per pittori o Manuale del Monte Athos, è uno dei più antichi testi rimasti dedicati alle tecniche dell'iconografia bizantina e postbizantina. Compilato nel primo trentennio del XVIII secolo, ebbe una elevata diffusione in forma manoscritta tra gli iconografi dell'Athos, e solo nel 1845 fu per la prima volta pubblicato (in Francese). Contiene le regole per la rappresentazione iconica dei miracoli dell'Antico e del Nuovo Testamento, delle feste e della passione di Cristo, dei fatti avvenuti dopo la risurrezione, delle parabole, dell'Apocalisse di Giovanni il Teologo, delle feste della Madre di Dio, dei martiri del calendario etc. 

L'arte bizantina svaluta la dimensione organica del movimento del corpo, la profondità e le ombre, valorizzando invece le tinte piatte e i contorni lineari e organizza il carattere  bidimensionale della figura.  Il canone del monte Athos è una guida che porta nel campo dell'arte un radicale cambiamento estetico rispetto all'arte classica romana: non più l' humanitas, ma  la divinità dà il segno. 
Segno, simbolo, proporzioni, luce, colore piatto, sono il divino, e l'immagine del corpo umano, nata dall'idolatria dell'imperatore divinizzato nell'oriente del tardo impero, diviene  imperante, solenne, statuaria, ieratica, bidimensionale e frontale. La  luce emana dalle figure mediante l'oro e la policromia dei mosaici, si  rinuncia alla fedeltà al vero, all'ombra, alle collocazioni naturali dell'immagine, mentre  le regole delle proporzioni fissano uno schema preciso di rappresentazione, legato alla struttura del corpo. Il principio centrale sta nella bidimensionalità della rappresentazione.
La teoria bizantina ammette il fatto che le parti del corpo siano distinte una dall'altra, ma queste parti non vengono più espresse mediante frazioni che esprimono le proporzioni delle parti col tutto,  ma mediante una grezza applicazione del sistema dell'unità modulare, in cui la lunghezza della testa, o più precisamente della faccia, diventa la misura.
Una unità è assegnata alla faccia, tre al torso, due alla parte superiore e due a quella  inferiore della gamba.
Si possono considerare alcune variazioni nel CANONE BIZANTINO: 

1) STILE ARIANO 
Il Cristo è rappresentato come giovane, nudo, sbarbato, antropometricamente quindicenne, simbolicamente trentenne, con la testa più grande delle altre figure, con rapporto armonico corpo/testa  6,3/1. In generale le figure sono piatte, longilinee, con volti adolescenti, con corrispondenza bilaterale simmetrica.
Vedi la Resurrezione di Lazzaro nella basilica di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna, V sec.
Vedi il Battesimo di Cristo al Battistero degli Ariani, Ravenna (fatto ivi costruire alla fine del V secolo da Teodorico, imperatore seguace dell'arianesimo)

Cupola con battesimo di Cristo, Battistero degli ariani, int,  V sec. 
Resurrezione di Lazzaro, Basilica S Apollinare Nuovo Ravenna, V sec. stile ariano
 IL CRISTO PANTOCRATOR 
In Italia si trovano mosaici di scuola bizantina con raffigurazioni del Cristo Pantocratore, (dominatore con forza), con atteggiamento maestoso e severo, seduto sul trono e nell'atto di benedire con tre dita della mano destra, nelle chiese arabo-normanne siciliane (cappella Palatina di Palermo, duomo di Monreale, cattedrale di Cefalù, duomo di Messina). Altri esempi nelle chiese ravennati (chiesa di San Vitale) e in altre come la Cattedrale di Pisa, il Duomo di Cremona, l'abbazia di Novalesa (Torino), la chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio e la basilica di San Marco (Venezia).

Pantocrator a Monreale, mosaico  absidale,
Cristo-pantocrator, Duomo di Cefalù

IL CRISTO ACHEROPITA - stile delle icone 
La nascita anagrafica dell'arte russa, che origina da quella bizantina,  avvenne quando Vladimiro, granduca di Kiev, intorno alla fine del 900, portò il popolo al cristianesimo, battenzandolo in massa e introducendolo alla comprensione delle icone, pitture inizialmente a encausto nelle quali gli artisti  interpretavano in modo del tutto originale il  modello bizantino. 
Il Dio Pantocrator venne sostituito dal Dio Acheropita (il Salvatore dipinto senza mano umana), dall'aspetto più dolce, o con il russo Dio Bambino al petto della Vergine e con la Madonna Madre di Dio, protettrice e simbolo dell'unità nazionale. Si abbandonò l'astrazione rigida e astratta dell'arte bizantina, la luce propria diventò illusione di luce naturale e la policromia diventò colorismo, con prospettiva inversa e con abbandono della rigidità frontale in funzione del viso di tre quarti.


IL VISO NEL CANONE DELL'ACHEROPITA
IL viso, sede dell'espressione spirituale, viene preso come unità di misura e la teoria bizantina delle proporzioni si preoccupò di definire le misure dei particolari della testa nei termini del sistema modulare, cioè prendendo come unità di misura la lunghezza del naso (= un terzo della lunghezza della faccia). Deve rappresentare solo il volto di Cristo in modo che non compaia il collo: con gli occhi aperti, 4 riccioli sulla fronte, simmetria bilaterale perfetta rispetto all'asse mediano, nei capelli e nella barba. La faccia è suddivisa in tre parti secondo il canone del monte Athos.  Il  corpo, quando viene rappresentato,  misura da 7 volte e mezza a 11 volte la testa. Schema dei tre cerchi / Costruzione della testa di tre quarti.  Il modello è l'icona «non manufatta» del volto di Cristo che riproduce, secondo la leggenda, le sembianze reali di Gesù impresse su una tela, il mandilion  o "immagine di Edessa", un telo sul quale compariva il volto di Gesù, custodito a Edessa e poi a Costantinopoli, e che poi andò perduto durante il sacco della città ad opera dei crociati nel 1204. D'altronde, già il Concilio di Nicea (325) affermava che le testimonianze riguardo alle fattezze di Cristo risalivano a Gesù stesso, mentre il concilio Quinisesto (691) stabiliva che le raffigurazioni simboliche del Verbo incarnato (come quella diffusissima dell'Agnello) dovevano cedere il passo alla rappresentazione di Cristo secondo il suo aspetto umano. Inserita in un quadrato e in cerchio nel medesimo tempo, l'icona diventa espressione sintetica del mistero di Creazione e Redenzione.

Schema dei tre cerchi nel canone bizantino 

Duccio di Buoninsegna, Madonna Rucellai , Santa Maria Novella, Firenze
in cui si vede il sistema dei tre cerchi applicato anche nello scorcio: laddove la testa non si china in avanti, le misure verticali restano le stesse. 
 
STILE CRISTIANO CATTOLICO 
Questo canone si distingue dall'Ariano non solo per i differenti rapporti modulari di proporzione, ma anche per diverse ragioni. Per esempio sono previste due diverse unità di misura, una secondo il censo una secondo il sesso:  
testa/corpo per  figure regali maschili = 8,1/3  testa/corpo per  figure normali, 8 a 1;  
testa/corpo di figure regali femminili = 8 a 1, testa/corpo di figure  normali 7 a 1.


Cristo in trono . S Apollinare Nuovo Ravenna VI sec d 

Corteo di Giustiniano

Corteo di Teodora,  San Vitale  V sec d C


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.