The Passing, 1991( still) |
Si può vedere integralmente a questo link.
Il viaggio nella memoria inizia, ritmato dal respiro umano di un dormiente, in un mondo liquido, dove un infante che corre esce dall’acqua, ripreso in bianco e nero: la memoria del primo passaggio è quella della nascita del corpo di un bambino che esce di corsa dall’acqua. Sovente durante tutto il video il corpo esce dall’acqua, così come emerge dal sonno o dalla memoria: il suo viso nel letto o quello della madre morente.
Ricordo, veglia e sonno si alternano, ritmati dal respiro, e creano immagini per la registrazione delle quali l’artista ha utilizzato anche una videocamera di sorveglianza, capace di riprendere i dettagli in presenza di scarsa luminosità.
Il respiro del dormiente si sovrappone a dettagli del corpo della madre morente e a quello di un bimbo appena nato e quello di un uomo (l’artista stesso, memore di un mancato annegamento) sott’acqua. I suoni interni del corpo dormiente si sovrappongono a quelli dei ricordi di paesaggi e natura, rumori della notte: il vento, i cani che abbaiano, le lenzuola che si spostano. Tutto è girato con il ralenti: tecnica operativa di Bill Viola che induce lo spettatore a fermarsi per guardare con attenzione.
Il corpo è spesso ripreso da basso, come avviene negli affreschi barocchi dei soffitti: vediamo i piedi e i vestiti come se fossero vibranti nell’aria, nell’acqua.
Ricordo, veglia e sonno si alternano, ritmati dal respiro, e creano immagini per la registrazione delle quali l’artista ha utilizzato anche una videocamera di sorveglianza, capace di riprendere i dettagli in presenza di scarsa luminosità.
Il respiro del dormiente si sovrappone a dettagli del corpo della madre morente e a quello di un bimbo appena nato e quello di un uomo (l’artista stesso, memore di un mancato annegamento) sott’acqua. I suoni interni del corpo dormiente si sovrappongono a quelli dei ricordi di paesaggi e natura, rumori della notte: il vento, i cani che abbaiano, le lenzuola che si spostano. Tutto è girato con il ralenti: tecnica operativa di Bill Viola che induce lo spettatore a fermarsi per guardare con attenzione.
Il corpo è spesso ripreso da basso, come avviene negli affreschi barocchi dei soffitti: vediamo i piedi e i vestiti come se fossero vibranti nell’aria, nell’acqua.
La videocamera scruta ed emergono similitudini, passaggi liquidi da una materia a un’altra, da un momento a un altro, raccordi, ricordi: la videocamera è in prossimità del corpo, ne segue il cammino, i movimenti, la memoria, come in un sogno in bianco e nero. Il video è un viaggio percorso in auto nella notte che attraversa il tempo dei compleanni, delle candeline sulle torte, delle case in rovina, degli alberi che delimitano gli spazi naturali e delle luci delle immense periferie americane. La videocamera gira in tondo intorno al corpo come in una carrellata infinita che riprende le cose che abitano in una casa, fino ad arrivare all’agonia della madre morente sul letto di un hospice: poi è la morte, la natura morta con un vaso di fiori, una tazza e un foglio di carta, una lampada e una sedia che collassano con l'’acqua che travolge tutto, lasciando spazio alla morte cruda, silente.
Il racconto si conclude con l’immobilità del corpo della madre nella bara, filmata dall’artista: e lui è là, ancora sott’acqua, che ricorda.
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