L'uomo rinascimentale è l'uomo dell'Humanitas, come scrive Panosfsky, che cerca di scoprire "L'ideale in un tentativo di definire il normale".
Dice Leonardo:
"Il bono pittore à a dipingere due cose principali, cioè l'omo et il concetto della mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile, perché s'ha a forgiare con gesti e movimenti delle membra: questo è da essere imparato dalli matti, che meglio li fanno che alcuna altra sorta de omini.... Le figure de li omini abbino atto proprio alla loro operazione in modo che , vedendoli, tu intendi quel che per loro si pensa o si dica"
Nel Rinascimento la teoria delle proporzioni , attraverso il canone, si eleva a livello di scienza empirica. Questi i testi base dei trattatisti, che spesso sono artisti:
Alberti L. Battista, Della pittura e della statura, 1435
Ghiberti Lorenzo, Commentarii, 1447
Filarete (Averlino Antonio detto il F.) Il Trattato di Architettura, 1451
Della Francesca Piero, Sulla prospettiva della pittura, 1480
Di Giorgio Martini Francesco, Trattato di Architettura, 1490
Leonardo, Trattato della Pittura, 1498
Gauruco Pomponio, De Scultura, 1504
Pacioli Luca, Proposizione, 1509
Dürer, Albrecht, I quattro libri sulla proposizione umana, 1528
Agrippa Cornelio, De incertitude et Vanitate omnium, 1530,
Serlio Sebastiano, I sette libri d'architettura, 1537
Aquicola Mario, Discorso della pittura, 1541
Varchi Benedetto, La lezione, 1546
Pino Paolo, Dialogo della pittura, 1549
Doni Anton Francesco, Il disegno, 1549
Deminio Giulio, Idea del teatro, 1550
Vasari Giorgio, Vite, 1550
Dolce Ludovico, Dialogo della pittura, 1557
Cellini Benvenuto, Disputa infra la scultura e la pittura, 1564
Barozzi Jacopo da Vignola, Due regole della prospettiva pratica e regola dei cinque ordini di architettura, 1562
Lomarzo Giovan Paolo, Idea del tempio della pittura, 1581
Palladio Andrea, I quattro libri di Architettura, 1570, Trattato della Pittura 1584
Alberti Roimano, Trattato della nobiltà della pittura, 1585
Amerini Giovan Battista, De vari precetti della pittura, 1586
Zuccari Federico, L'idea dei pittori scultori et architetti, 160
LEON BATTISTA ALBERTI |
Le sue osservazioni sulle proporzioni del corpo umano si fondano sull'oggettività dell'indagine per arrivare alla soggettività del risultato. " Io ho scelto molti corpi, tenuti da coloro che più sanno bellissimi e da tutti ho cavato le loro misure e proporzioni, delle quali, avendo poi insieme fatto comparazione, e lasciati da parte gli eccessi estremi se alcune ve ne fossero superati dagli altri, che mi son parse le più lodate"... Con ciò prova il rigore scientifico: " Le misure le ho prese sulla base di un regolo alto quanto una persona, diviso in sei piedi, a ciascun piede con 10 once e ciascuna oncia in 10 minuti onde tutta la lunghezza comprende 65 o 6 once e 600 minuti", Anticipatore della misura antropometrica moderna, costruisce una statistica.
Tenta di comporre un canone statico: " dalla mascella al fine di sopra dell'orecchio con la tempia fa un quadrato perfetto, il naso forma due quadrati, cioè la lunghezza del naso dalle narici due volti, dalla punta del naso al principio delle ciglia , e similmente il profilo, ecc" . Applica poi il canone statico a sette moti o movimenti. " Adunque il pittore volendo esprimere nelle cose vita, farà ogni sua parte in moto, ma in ciascun moto terrà venustà e grazia..."
Bellezza è per Alberti "Un certo consenso e concordanza delle parti in qualsivoglia cosa, che dette parti si ritrovano, la quale concordanza si sia avuta talmente con certo determinato numero finimento e collocazione, qualmente la leggiadria" .
GLI AFFRESCHI DELLA CAPPELLA BRANCACCI _ MASOLINO E MASACCIO
realizzati da Masolino di Panicale tra il 1424 e il 1428 in collaborazione con il giovane Masaccio.
Firenze
Masaccio, Cacciata dei progenitori, 1424, Cappella Brancacci, |
MASACCIO (1401-1428)
Ha studiato l'arte di Giotto e l'anatomia dei corpi veri. Le figure sono naturalistiche, proporzionate, Adamo ha il ventre contratto, si copre il viso. Le due figure sono illuminate dall'alto, proiettano ombre sul terreno. Sembrano persone vere, Eva è sgraziata, disperata. si copre le nudità. Anche i Santi, nelle sue rappresentazioni, entrano nella storia e vivono la realtà quotidiana, quindi sono rappresentati con naturalismo. Gli affreschi di Masaccio costituirono un punto di riferimento per generazioni di artisti e in particolare per il giovane Michelangelo che li copio, si veda la figura sotto.
Figure leggere, senza peso, con posture classiche, idealizzate. Elena è luminosa come una statua di marmo. Non hanno espressioni, guardano in modo indefinito. Sono nudi senza vergogna, sanno in piedi ma su uno spazio senza profondità.
PIERO DELLA FRANCESCA
Scrive il De prospectiva pingendi nel 1475 circa, in cui cerca di individuare i rapporti ideali matematici per le diverse parti del corpo: tutto viene messo in prospettiva, anche il corpo umano
FRANCESCO DI GIORGIO MARTINI (1439-1501)
Alla Biblioteca Nazionale di Firenze è custodito un Codice membranaceo, non autografato, sotto il Titolo, "Trattato di architettura militare e civile, di idrostatica, geometria, e prospettiva, libri di mulini e macchine, trattati di fortificazioni e macchine militari" formato da 53 fogli scritti e riccamente illustrati. (appartiene a F.Di Giorgio Martini) Contiene un disegno interpretativo del Canone di Vitruvio dell'uomo ad quadratum, precedente a quello di Cesariano.
Scriveva FDM: " I templi sono di forme diverse osservando le misure proportioni a esse appartenenti, le quali dal chorpo umano tutte tratte sono". Segue pertanto il concetto estetico di Vitruvio:"Dunque se si ammette che il numero è stato trovato dalle articolazioni del corpo umano, e che è corrispondenza di misura modulare tra le singole membra e il totale del corpo, ne consegue che dobbiamo ammirare coloro i quali dettando leggi strutturali nei templi, coordinano i membri degli edifici in modo che la distribuzione nel singolo e nel totale, fosse armonica per proporzione e simmetria" (Vitruvio)
LEONARDO DA VINCI
Alla dottrina perfezionista di Alberti, Leonardo oppone un'esplorazione allargata, elaborando il materiale, ma senza affinare un metodo con conclusioni stabili. Leonardo non si ferma alle proporzioni matematiche e geometriche, ma le supera, attraverso l'attenzione nei confronti degli atteggiamenti del corpo. In Leonardo hanno importanza del caso e le circostanze:
"Delle prime quattro parti che si richiedono alla figura: L'attitudine è la prima parte più nobile delle figura. Una medesima attitudine su infiniti luoghi può essere veduta, i quali hanno quantità continua e la quantità continua è divisibile all'infinito. Infiniti dunque sono anche i rapporti delle parti di una cosa al tutto, a scendo da quel luogo donde contemplano, infiniti i profili di una statua, infinite le proporzioni di essa".
TIZIANO
Inventa un canone profano ( le Veneri nude) e uno sacro ( le Vergini)
DURER
Pittore, incisore, ricercatore e trattatista. Non è un anatomista,rinuncia alla definizione di un canone ideale di bellezza e mette in discussione il bello artistico. E' il primo artista per il quale non solo il bello è interessante, ma anche il brutto, il cosiddetto caratteristico.
Primo studioso di biotipologia (che sarà oggetto di studio del Pende nell'800) , precursore dell'antropologia, considera bello ciò che devia dalla norma. Definisce 26 tipologie di bellezza corporea, applicando il metodo delle frazioni ordinarie, attraverso l'uso di numerosi strumenti, per definire i rapporti proporzionali. Usò la leonardesca misura della seicentesima parte del corpo e la suddivise in altri sottomultipli fino a una misura inferiore al millimetro, chiamandola "particella".
Le sue esperienze furono studiate da Michelangelo che pur diceva: " Alberto non tratta se non delle misure e varietà dei corpi: di cui una certa regola dar non si può, formando le figure rette come pali; quel che più importava degli atti e gesti umani non dice parola". .. perché Michelangelo giudicava fondamentale per ogni artista "avere le seste (misure) negli occhi, e non in mano, perché la mano opera e l'occhio giudica".
MICHELANGELO
Pur conoscendo i canoni degli antichi circa le proporzioni dei corpi, non ha fatto di essi una regola applicata , bensì un mezzo da sublimare secondo l'opportunità. Ha un vero culto per il nudo, che dipinge e scolpisce studiando approfonditamente i cadaveri. Nessuna normativa per il suo canone. La sua idea del bello è pura spiritualità conseguita attraverso la lotta contro la materia.
Realizzato da Michelangelo per la Repubblica fiorentina dopo la cacciata dei Medici, rappresenta il simbolo degli ideali civici della Repubblica e della libertà di Firenze, e fu collocato nel 1504 in piazza della Signoria. Il corpo del David è atletico e perfetto delle proporzioni e ricorda le statue dell'antica Grecia che l'artista imitava e intendeva superare. Ha la testa ruotata, lo sguardo attento che sembra seguire l'avversario con la tensione interiore e la massima concentrazione dell'eroe biblico mentre studia il suo avversario prima di agire. La sua posizione non è simmetrica né statica poiché il peso del corpo è appoggiato con grande naturalezza su una gamba come nelle statue classiche, studiate da Michelangelo, secondo il principio della ponderazione presente nel canone di Policleto.
Alla Biblioteca Nazionale di Firenze è custodito un Codice membranaceo, non autografato, sotto il Titolo, "Trattato di architettura militare e civile, di idrostatica, geometria, e prospettiva, libri di mulini e macchine, trattati di fortificazioni e macchine militari" formato da 53 fogli scritti e riccamente illustrati. (appartiene a F.Di Giorgio Martini) Contiene un disegno interpretativo del Canone di Vitruvio dell'uomo ad quadratum, precedente a quello di Cesariano.
Scriveva FDM: " I templi sono di forme diverse osservando le misure proportioni a esse appartenenti, le quali dal chorpo umano tutte tratte sono". Segue pertanto il concetto estetico di Vitruvio:"Dunque se si ammette che il numero è stato trovato dalle articolazioni del corpo umano, e che è corrispondenza di misura modulare tra le singole membra e il totale del corpo, ne consegue che dobbiamo ammirare coloro i quali dettando leggi strutturali nei templi, coordinano i membri degli edifici in modo che la distribuzione nel singolo e nel totale, fosse armonica per proporzione e simmetria" (Vitruvio)
Francesco di Giorgio Martini |
Homo ad circulus, Francesco_di_Giorgio |
LEONARDO DA VINCI
Alla dottrina perfezionista di Alberti, Leonardo oppone un'esplorazione allargata, elaborando il materiale, ma senza affinare un metodo con conclusioni stabili. Leonardo non si ferma alle proporzioni matematiche e geometriche, ma le supera, attraverso l'attenzione nei confronti degli atteggiamenti del corpo. In Leonardo hanno importanza del caso e le circostanze:
"Delle prime quattro parti che si richiedono alla figura: L'attitudine è la prima parte più nobile delle figura. Una medesima attitudine su infiniti luoghi può essere veduta, i quali hanno quantità continua e la quantità continua è divisibile all'infinito. Infiniti dunque sono anche i rapporti delle parti di una cosa al tutto, a scendo da quel luogo donde contemplano, infiniti i profili di una statua, infinite le proporzioni di essa".
Bellezza per lui non è imitazione dell'antico, non c'è un bello ideale, ma "Bellezza è un viso in rapporto alla luce della sera, belli i riflessi della carne che hanno lume da altra carne, che una cosa può essere vestita da brutti colori e da di sé meraviglia". Per lui non c'è un unico ideale di tipologico di figura umana, ma tanti, diversi: non l'uomo di Vitruvio, ma tenti uomini e donne diversi e in movimento: per Leonardo i modelli fissi sono inadeguati alla rappresentazione della figura viva, dunque per rendere la vita, c'è bisogno dei moti e le proporzioni fisse non sono compatibili con le e esigenze delle membra in movimento: "Delle mutazioni delle misure dell'uomo per movimento delle membra a diversi aspetti. Variassi le misure dell'uomo in ciascun membro piegando quelli più o meno, at a diversi aspetti diminuendoli e crescendoli tanto più o meno da una parte, quando egli crescono o diminuiscono da lato opposto... se le figure non fanno atti pronti e quali co' le membra(et) ispirino il concetto della mente loro, esse figure son due volte morte".
TIZIANO
Inventa un canone profano ( le Veneri nude) e uno sacro ( le Vergini)
Amor sacro e Amor profano |
Baccanale_1523_1524 |
Venere_di_Urbino, 1538_ |
Venere_cupido_e_organista, 1548_ |
Venere Amore e Musica, Tiziano_Museo del Prado_ 1550 |
DURER
Pittore, incisore, ricercatore e trattatista. Non è un anatomista,rinuncia alla definizione di un canone ideale di bellezza e mette in discussione il bello artistico. E' il primo artista per il quale non solo il bello è interessante, ma anche il brutto, il cosiddetto caratteristico.
Primo studioso di biotipologia (che sarà oggetto di studio del Pende nell'800) , precursore dell'antropologia, considera bello ciò che devia dalla norma. Definisce 26 tipologie di bellezza corporea, applicando il metodo delle frazioni ordinarie, attraverso l'uso di numerosi strumenti, per definire i rapporti proporzionali. Usò la leonardesca misura della seicentesima parte del corpo e la suddivise in altri sottomultipli fino a una misura inferiore al millimetro, chiamandola "particella".
Le sue esperienze furono studiate da Michelangelo che pur diceva: " Alberto non tratta se non delle misure e varietà dei corpi: di cui una certa regola dar non si può, formando le figure rette come pali; quel che più importava degli atti e gesti umani non dice parola". .. perché Michelangelo giudicava fondamentale per ogni artista "avere le seste (misure) negli occhi, e non in mano, perché la mano opera e l'occhio giudica".
MICHELANGELO
Pur conoscendo i canoni degli antichi circa le proporzioni dei corpi, non ha fatto di essi una regola applicata , bensì un mezzo da sublimare secondo l'opportunità. Ha un vero culto per il nudo, che dipinge e scolpisce studiando approfonditamente i cadaveri. Nessuna normativa per il suo canone. La sua idea del bello è pura spiritualità conseguita attraverso la lotta contro la materia.
Michelangelo, David, 1501 |
ANDREA VESALIO
forma italianizzata di Andreas van Wesel (Bruxelles,1514 – Zante, 1564), è stato un anatomista e medico fiammingo. È considerato il fondatore della moderna anatomia. Fu medico di corte dell'imperatore Carlo V d'Asburgo e poi del figlio Filippo, e il primo a farsi assertore del superamento dell'antica medicina galenica (che egli rigettò in maniera integrale) e di una completa riscrittura delle conoscenze anatomiche e mediche, attraverso lo studio autoptico del corpo umano e la pratica della dissezione dei cadaveri, che egli perseguì con intento metodico. Fu autore della (spesso citata ellitticamente come Fabrica), prima opera scientifica di anatomia, De humani corporis fabrica libri septem pubblicata nel 1543 a Venezia, arricchita da una variegata rassegna di disegni e illustrazioni del corpo umano. L'opera, summa del pensiero vesaliano post-galenico, fu ripresa per la gran parte, nel corredo iconografico, nell'Historia de la composición del cuerpo humano (1552) dello spagnolo Giovanni Valverde.
d |
Le tre Grazie, copia romana del III secolo dC di scultura greca. Siena, Libreria Piccolomini |
Le Tre Grazie, gruppo rinvenuto presso Vigna Cornovaglia, sul colle Celio, a Roma. II sec. d.C. Parigi, Museo del Louvre. |
Tre Grazie_Raffaello |
Rubens |
Canova |
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